Se quello che ha scatenato, attaccando i siti nucleari iraniani, era un atto prodromico di un conflitto o già di guerra, Donald Trump aveva il potere di ordinarlo oppure, come si sta discutendo in questi giorni negli Stati Uniti, è andato oltre i suoi poteri, scavalcando le prerogative presidenziali, per come sono state previste nella Costituzione?
L'analisi: attaccando l'Iran, Trump è rimasto dentro i paletti della Costituzione?
Cioè, ed è questo il quesito vero, poteva Trump avviare azioni di guerra senza l'approvazione dal Congresso?
Dando un'occhiata a come Trump sta conducendo la sua Amministrazione, a passo di carica contro chi lui - americano o straniero - ritiene che ostacoli i suoi disegni, è probabile che il presidente, nell'autorizzare l'operazione, abbia pensato che a dargliene la possibilità é il secondo articolo della Costituzione degli Stati Uniti, che attribuisce al presidente il potere di ricorrere alle forze armate, qualora ritenga minacciati gli interessi nazionali all'estero.
È, come si capisce, una questione di interpretazione della lettera della Costituzione che non può prevedere ogni singola eventualità, ogni possibile contingenza, dando linee generali entro le quali il presidente si muove.
Quindi: la posizione assunta da Teheran metteva in pericolo interessi statunitensi all'estero?
Trump, a questa domanda, risponderebbe evidentemente in modo positivo, forte dei pareri che qualcuno gli ha dato (allo stesso modo in cui altri hanno fatto per precedenti presidenti) in merito alle sue prerogative in un periodo di guerra o, come in questo caso, di ''pre-guerra''.
Questa interpretazione estensiva della Costituzione non trova l'assenso di giuristi anche di estrazione conservatrice (quindi ideologicamente vicini alle idee di Trump) , che riconoscono solo al Congresso la potestà di autorizzare l'entrata del Paese in guerra.
Nella difficile definizione di pesi e contrappesi della politica americana, tra poteri del presidente e ruolo dei parlamentari nazionali, bisogna ricordare come, nel 1973, quando gli Stati Uniti erano impantanati, in ogni senso, nella guerra in Vietnam, il Congresso ignorò il veto di Richard Nixon e approvò un'importante legge, la War Powers Resolution, che mirava a limitare i presidenti riguardo all'uso della forza militare.
Ora tutto si risolve nel dare la giusta definizione di quel che Trump ha autorizzato: per lui un atto necessario, ma contenuto, viste le minacce iraniane; per altri, un vero e proprio avvio ad una guerra.
Su questo i giuristi di estrazione non conservatrice sembrano concordare nell'affermare che fare levare in volo da una base negli Stati Uniti i sofisticati bombardieri B2 e dare luce verde al lancio di missili da sottomarini è stato l'avvio di una guerra e non di una ritorsione con ambiti e finalità limitate.
"Il War Powers Act richiede una consultazione preventiva con il Congresso, 'ove possibile', prima di far entrare le truppe statunitensi in guerra", taglia corto Ilya Somin, professore di diritto alla Geroge Mason University -. "In questo caso, penso che fosse abbastanza ovvio che fosse possibile, ma anche abbastanza ovvio che non sia stato fatto".
Nei Federalist Papers, James Madison, quarto presidente degli Stati Uniti, sostenne un'eccezione che da allora è stata ampiamente discussa. Cioè che il presidente può ricorrere alla forza se necessario per "respingere un attacco improvviso agli Stati Uniti".
Ma può essere fatto valere questo principio sapendo che i bombardamenti hanno colpito impianti che erano operativi da decenni, anche se l'attacco contro di loro fosse stato motivato da un timore nella accelerazione del processo di arricchimento dell'uranio?
Il problema non si porrebbe (e non dovrebbe porsi, visti gli sviluppi delle ultime ore) nel caso in cui l'attività bellica degli Stati Uniti si fosse già conclusa con la distruzione dei siti, ma tornerebbe di forte attualità nel caso in cui la guerra si prolungasse.
La decisione di Donald Trump non è un fatto isolato, ma è il contesto che potrebbe essere diverso. Prima di lui, in tempi recenti, hanno fatto ricorso alle prerogative presidenziali contemplate nell'articolo II sono stati George H.W. Bush (contro Panama per rovesciare il dittatore Manuel Noriega), Barack Obama (in Libia) e dallo stesso Trump (nel primo mandato organizzò azioni contro i regimi siriani e dello stesso Iran).
La strategia adottata da Trump trova una sua giustificazione in quel che l'Office of Legal Counsel (organismo del Dipartimento di Giustizia e che svolge il compito di consigliare il presidente quando deve adottare decisioni) scrisse nel 2018, in occasione "Sebbene gli Stati Uniti non siano il poliziotto del mondo, con la crescita del loro potere, l'ampiezza dei loro interessi regionali si è ampliata e le minacce agli interessi nazionali poste dai disordini stranieri sono aumentate", ha scritto l'Office of Legal Counsel nel 2018 in merito agli attacchi aerei contro la Siria.
"Sta sostanzialmente ripetendo gli abusi di diverse amministrazioni precedenti, in particolare di Obama, con la guerra in Libia del 2011", ha detto ancora Somin. "Ma il punto è che questo non è un abuso senza precedenti, anche se questo non lo rende giusto".
"Il Presidente rispetta pienamente il potere del Congresso ai sensi dell'Articolo I e l'attacco necessario, limitato e mirato di stasera rientra nella storia e nella tradizione di azioni militari simili sotto presidenti di entrambi i partiti", ha affermato lo speaker della Camera, Mike Johnson in un post sui social media subito dopo l'annuncio dell'operazione.
Ma c'è chi. dentro il partito repubblicano, dice di no. Come il deputato Thomas Massie, del Kentucky, secondo il quale "non c'era alcuna minaccia imminente per gli Stati Uniti, che era ciò che avrebbe autorizzato l'operazione. E penso che sia strano sentirlo dire dal Presidente della Camera. Il Congresso era in vacanza la settimana scorsa quando è successo tutto questo. Non siamo stati informati. Avrebbero dovuto richiamarci tutti".
Una voce dissenziente, che rischia di restare isolata. Perché è il solo a pensarla così? Oppure perché, preso atto della sua presa di posizione, come esponente del movimento Maga, Trump ha deciso di sbarrargli la strada alla prossima candidatura, creando un comitato ad hoc per impedire la sua rielezione?