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Quando una Toyota sogna di diventare Ferrari
Redazione

C’era una volta una Toyota che voleva essere una Ferrari. No, non è la trama di un film Disney sul riscatto sociale delle auto che si sentono emarginate, ma una storia tutta italiana - e tutta da ridere - accaduta ad Asti, patria del buon vino e, evidentemente, dei meccanici con troppa fantasia.
Quando una Toyota sogna di diventare Ferrari
La protagonista? Una povera Toyota MR2 Coupé, modificata in ogni bullone per diventare una Ferrari F430, quella firmata Pininfarina, sogno erotico su quattro ruote per tutti gli amanti del Cavallino Rampante. Il proprietario astigiano, mosso probabilmente dallo spirito di Enzo Ferrari e da un eccesso di Spritz, ha pensato bene di trasformare la sua umile giapponese in una rossa rombante da 180mila euro.
La Guardia di Finanza di Asti, che evidentemente non era impegnata a mangiare agnolotti o a degustare Barbera, ha beccato il furbetto durante un controllo nel novembre 2022. Gli uomini in divisa, abituati a smascherare evasori fiscali e contrabbandieri di tartufi, si sono trovati davanti un esemplare unico: una Ferrari… con il cuore di una Toyota.
Ma non era solo un “tuning” casereccio: qui parliamo di un’operazione chirurgica da far invidia al dottor Frankenstein. Stemmi, cerchi, pinze freno, cofani, passaruota, volante: tutto copiato, tutto taroccato. Un cosplay automobilistico talmente accurato che pure la mamma di Maranello ci sarebbe cascata.
Ferrari stessa, convocata come super perito, ha confermato che si trattava di un’opera d’arte contraffatta degna del mercato del falso di Bangkok. È così scattato il sequestro, la denuncia per contraffazione di marchi (ciao ciao alla patente da “pilota”) e infine la condanna alla demolizione: l’auto è finita tritata come una zucchina in una ratatouille.
Il tribunale, il giudice di pace e perfino la Corte di Cassazione hanno detto “no” ai ricorsi: la finta Ferrari doveva sparire. E così è stato, “a tutela del Made in Italy e di uno dei simboli più amati dell’italian style nel mondo”, come hanno spiegato sobriamente le Fiamme Gialle.
Un lieto fine, o meglio un fine, che ci lascia una morale: se sogni una Ferrari, risparmia. O compra un modellino. O, al massimo, appendi un poster in garage.
Perché la Ferrari è un sogno, la Toyota è un’ottima macchina… ma quando la prima prova a travestirsi da seconda, finisce che il sogno va a pezzi. Letteralmente.