Nel cuore pulsante delle città, dove il cemento sembra aver soffocato ogni respiro naturale, esiste ancora una vita nascosta, fragile, ma tenace: è la biodiversità urbana. Uccelli, insetti, piccoli mammiferi e anfibi resistono tra marciapiedi e rotonde, nei parchi dimenticati e lungo i canali cementificati. Ma come proteggerli in un mondo sempre più complesso e inquinato?
Tecnologie e animali selvatici: un futuro AI-friendly?
La risposta, sorprendentemente, arriva dalla tecnologia, più precisamente dall’intelligenza artificiale. Un recente studio pubblicato su arXiv – la prestigiosa piattaforma di preprint per la comunità scientifica – propone un cambio di paradigma: utilizzare l’AI per monitorare la fauna selvatica nelle aree urbane e periurbane, in tempo reale e su larga scala.
Il lavoro, intitolato "Monitoraggio della fauna selvatica con reti di sensori urbani e intelligenza artificiale: verso osservatori scalabili sulla biodiversità", è firmato da un team internazionale di ricercatori che ha messo a punto un sofisticato sistema di rilevamento automatizzato per il tracciamento della fauna in ambienti antropizzati. Sistemi che sono in grado di identificare, classificare e registrare automaticamente il passaggio di animali selvatici, analizzando suoni, immagini e persino impronte digitali lasciate nella sabbia. "Il nostro obiettivo – scrivono i ricercatori – è sviluppare un’infrastruttura scalabile, affidabile e sostenibile per osservare la biodiversità urbana in tempo reale, in modo non invasivo".
L’AI, in questa prospettiva, non è solo uno strumento, ma un mediatore tra natura e città, tra esigenze ambientali e tecnologia avanzata. Il progetto pilota, testato in alcune aree verdi della Greater London, ha visto l’installazione di una rete di sensori dotati di microfoni, fotocamere e moduli AI integrati. L’intelligenza artificiale è stata addestrata a riconoscere vocalizzazioni di uccelli, richiami di mammiferi notturni, e persino il rumore caratteristico di ali in volo. I dati raccolti sono stati confrontati con archivi bioacustici esistenti, raggiungendo livelli di accuratezza superiori all’80% nell’identificazione delle specie.
Il risultato? Una mappa interattiva in costante aggiornamento della fauna urbana, consultabile in tempo reale dagli amministratori pubblici, dai ricercatori e – in prospettiva – anche dai cittadini. Un sistema che consente di monitorare migrazioni, presenze anomale, o variazioni nel comportamento delle specie in risposta al cambiamento climatico o all’urbanizzazione.
"Ogni cinguettio registrato, ogni movimento silenzioso catturato dalla rete neurale – si legge nel paper – è una traccia preziosa che ci parla della salute della città". Restano, tuttavia, nodi non trascurabili: dalla tutela della privacy al costo energetico delle infrastrutture digitali. La sfida è bilanciare l’impronta ecologica della tecnologia con i benefici ambientali che promette. Un equilibrio sottile, ancora tutto da costruire. Ma se ben governato, questo binomio tra natura e Intelligenza artificiale potrebbe trasformarsi da sogno ambizioso a concreta strategia di futuro.