L'indice di gradimento generale ed economico del presidente Donald Trump rimane in territorio negativo, nonostante un leggero miglioramento, nell'ultimo sondaggio economico della CNBC All-America.
Ma le vere dolenti note - ma solo dal punto di vista degli opinionisti - per Trump arrivano dal fatto che gli intervistati approvino solo una delle sette questione chiave della sua politica, con gli americani che non sono affatto convinti dalla gestione del presidente di argomenti importanti, quali tariffe, inflazione, tasse e spesa federale.
Sondaggio: stabile, in negativo, il gradimento per Trump
Il sondaggio ha anche mostrato un modesto aumento della preferenza del pubblico per i democratici per il controllo del Congresso, che è salito a un vantaggio del 49%-44% dal 48%-46% di aprile.
Anche se risicato, il dato rappresenta, sempre a livello di sondaggio, il più grande vantaggio per i democratici dal 2021. Paradossalmente il favore del Partito Democratico, limitatamente agli elettori registrati, è sceso a -32 punti percentuali, con il 24% positivo e il 56% negativo.
Il punteggio di -32 sembrava essere il punteggio più basso per entrambi i partiti almeno dal 1996.
L'opinione pubblica disapprova il lavoro che Trump sta facendo come presidente con un margine del 51%-46%, rispetto al 51%-44% del sondaggio di aprile. La variazione rientra nel margine di errore di +/-3,1 punti percentuali del sondaggio, così come il divario nel suo indice di approvazione.
L'indice di gradimento economico del presidente rimane negativo, con il 45% di voti favorevoli e il 53% di disapprovazione, un modesto aumento rispetto al 43%-55% di aprile. Ma è la seconda volta consecutiva che la sua approvazione economica è stata peggiore di quella complessiva, un'inversione di tendenza rispetto al suo primo mandato, quando il presidente era sempre più forte sull'economia.
Nel complesso, il sondaggio condotto su 1.000 persone a livello nazionale dal 29 luglio al 3 agosto ha mostrato una serie di correnti politiche ed economiche contrastanti, con individui e gruppi demografici che offrono opinioni a volte contraddittorie.
In sostanza, se l'approvazione per Trump è stabile, le sue valutazioni individuali sono in calo di numero in numero, ad eccezione delle tariffe.
Ad esempio, solo il 39% degli indipendenti approva la gestione dell'economia da parte del presidente, e questa percentuale scende al 24% con l'inflazione. Anche i repubblicani sono 9 punti in meno sull'inflazione rispetto al loro indice di gradimento economico.
Il presidente è sotto di 23 punti sull'inflazione, con il 37% di approvazione e il 60% di disapprovazione, invariato rispetto all'ultimo sondaggio. I conflitti potrebbero essere il risultato del fatto che l'opinione pubblica ha semplicemente difficoltà a tenere il passo con i cambiamenti a rotta di collo nell'economia, nell'immigrazione, nella tassazione e nel sistema politico emanati dall'amministrazione Trump.
Ma i repubblicani rimangono solidamente dietro il presidente e i democratici solidamente contro. La metà degli indipendenti disapprova il presidente, con il 36% che lo approva.
Il Paese appare quindi in una fase di cambiamento su molte questioni.
Per il 31% degli intervistati lo stato dell'economia è eccellente o buono, mentre il 68% lo etichetta come ''giusto'' o ''scarso''. I gli intervistati repubblicani sono diventati un po' meno ottimisti, gli indipendenti un po' meno pessimisti.
Anche le opinioni sul mercato azionario sono migliorate, con il 46% che afferma che è un buon momento per investire e il 42% che afferma che è un brutto momento. Il netto miglioramento a +4 punti percentuali da -15 punti percentuali è arrivato con un'impennata delle azioni che ha seguito il ritiro del presidente dalle tariffe reciproche e dall'approvazione della legislazione fiscale.
Anche il 36% di coloro che non hanno investimenti pensa che sia un buon momento per investire, il più alto mai registrato per un gruppo che è tipicamente negativo sulle azioni.
Ma il sondaggio mostra che ci sono alcune aree di preoccupazione per il presidente su questioni chiave.
L'approvazione delle misure adottate per rendere sicuro il confine meridionale è l'unica delle sette che si trova a galla, con un indice di gradimento positivo dal 53% al 44%. L'opinione pubblica è equamente divisa sulle espulsioni dal 49% al 49%, con forti divisioni per partito, età, razza, sesso, geografia, reddito e istruzione.
Il 98% dei repubblicani MAGA, che rappresentano il 26% del partito, approva le espulsioni, rispetto al 61% dei repubblicani non MAGA. Ciò si confronta con il 97% dei democratici liberali che disapprovano le deportazioni di Trump e il 78% dei democratici moderati.
C'è anche un'inequivocabile disapprovazione per la politica estera del presidente (-14 punti), la spesa federale (-19 punti), le tasse (-13 punti) e l'inflazione (-23 punti), che è invariata da aprile.
In effetti, il 60% della popolazione afferma ancora che i propri redditi sono in ritardo rispetto all'aumento del costo della vita, con le donne e le persone con redditi più bassi che affermano di essere particolarmente colpite.
I dazi potrebbero giocare un ruolo nelle prospettive di inflazione: il 49% afferma che i dazi danneggiano i lavoratori, rispetto a solo il 37% che afferma che aiutano; Il 67% afferma di aumentare il costo dei beni di uso quotidiano. Ma con un margine del 47%-37%, i dazi sono visti aiutare le aziende statunitensi che producono negli Stati Uniti.
Tuttavia, quasi tre quarti dell'opinione pubblica afferma che il commercio estero rappresenta un'opportunità economica per gli Stati Uniti, piuttosto che una minaccia. L'opinione pubblica disapprova le tariffe del Presidente con un margine del 51%-45%.