O famo strano, diceva Carlo Verdone nei panni di Ivano, novello sposo in preda a turbe ormonali, alla sua Jessica interpretata da Claudia Gerini nel memorabile film Viaggi di nozze. La proposta, lanciata a bordo di una cabrio sfrecciante, preludeva a una delle scene più esilaranti della commedia italiana: i due colti dall'autovelox in flagrante copula a 220 chilometri orari.
Copula al volante pericolo costante
Una gag talmente assurda da risultare geniale. Peccato che qualcuno in Germania abbia scambiato quella pellicola per un tutorial erotico-automobilistico. Sì, perché lunedì scorso, sulla A1 della Renania Settentrionale-Vestfalia, un trentasettenne e la sua compagna trentatreenne hanno deciso che fosse giunto il momento di replicare l'exploit verdoniano.
Con alcune varianti: niente cabrio, niente sole italiano, niente regia. Solo una Ford, un'autostrada tedesca e un'urgenza carnale evidentemente incoercibile. La velocità? “Solo” 140 chilometri orari, con il quoziente intellettivo in picchiata libera. Risultato: la macchina della focosissima coppia ha iniziato a danzare tra le corsie come un'anguilla ubriaca, zigzagando con tale grazia da costringere un camionista ad accostare d'urgenza sulla corsia d'emergenza. Un automobilista particolarmente coraggioso - o guardone, fate voi - ha superato il veicolo constatando con i suoi occhi, e sicuramente ridendo sotto i baffi, l'inverosimile coreografia in atto.
A quel punto ha fatto quello che chiunque dotato di un minimo di senso civico farebbe: ha chiamato la polizia. Fine dei giochi proibiti, giusto per parafrasare un altro meraviglioso film. Gli agenti li hanno stanati in un'area di servizio di Münster. Chissà con che faccia due piccioncini sono scesi dalla macchina! Forse un misto tra "siamo stati un pelino imprudenti" e "ma dai, chi non l'ha mai fatto?".
Ecco, la risposta è: praticamente nessuno, caro il mio trasgressivo germanico. Perché la maggior parte degli esseri umani con un minimo sindacale di sale in zucca riesce a procrastinare le proprie pulsioni erotiche almeno fino al raggiungimento di una superficie ferma e possibilmente privata. Ora lui dovrà rispondere dell'accusa di "interruzione pericolosa della circolazione stradale", che è un po' come definire l'eruzione del Krakatoa "una leggera fumarola" o il naufragio del Titanic "un piccolo graffio sullo scafo". Tecnicamente corretto, sostanzialmente ridicolo rispetto alla portata del fattaccio.
La vicenda pone interrogativi esistenziali di un certo peso. Ma davvero non si riesce più ad attendere? Esistono motel ogni venti chilometri. Piazzole di sosta. Boschi e fratte varie. Parcheggi appartati. No, evidentemente l'autostrada a tre corsie con traffico intenso rappresentava l'ambientazione ideale per consumare l'amplesso. Forse c'è un nuovo trend che mi è sfuggito: l'erotismo ad alto rischio di tamponamento.
La trombata con possibile decesso. L'orgasmo col turbo diesel in sottofondo. E poi c'è la questione tecnica, che mi tormenta. Perché uno dei due doveva pur guidare, giusto? Oppure si sono affidati al pilota automatico della Ford sperando che il radar anticollisione facesse miracoli? Magari hanno sviluppato un sistema di guida telepatico? O semplicemente hanno pensato "vabbè, se va male finiamo su un guardrail ma almeno ce la siamo goduta"? Mistero.
Fatto sta che la Germania - patria di Goethe, di Kant, di Bach - può ora annoverare tra le sue gesta memorabili anche questa prodezza acrobatica che nemmeno al Cirque du Soleil avrebbero osato mettere in scena. La terra dell'ordine, della precisione cronometrica, dell'efficienza maniacale, ha partorito due individui che hanno deciso di trasformare un'arteria stradale in un lupanare ambulante. Ora, sia chiaro: ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede. Con chi vuole, dove vuole, quando vuole.
Ma il "dove" dovrebbe escludere, per pura questione statistica di sopravvivenza, i luoghi in cui si viaggia ad alta velocità onde evitare di trasformare un piacevole amplesso in omicidio stradale. Non è moralismo, è fisica. Newton, la massa, l'inerzia… quelle robe lì. Certo, l'idea ha un suo fascino trasgressivo. Perché dalla notte dei tempi c'è qualcosa di primitivamente eccitante nel pericolo, nell'adrenalina, nel proibito. Ma tra il "ci eccita l'idea" e il "lo famo sul Gra" c'è la stessa differenza che passa tra guardare un documentario sugli squali e tuffarsi in mare con una bistecca legata al collo.
Tecnicamente fattibile, statisticamente sconsigliabile. Le piazzole esistono anche per quello. Ragion per cui, se proprio l'urgenza è di quelle che non ammettono replica, accostare richiede meno di trenta secondi. Non sarà romantico e adrenalinico, ma almeno evita il rischio di finire sul più bello sotto a un tir. Poi, se proprio si vuole emulare Carlo Verdone, meglio pensare a "Borotalco": Honda, pineta, vento tra i capelli e Lucio Dalla in sottofondo… Fine della storia: gliela dà e (sopra)vissero tutti felici e contenti.