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Quando l’algoritmo ti impallina

Barbara Leone
 
Quando l’algoritmo ti impallina

C’è un istante nella gloriosa carriera di ogni uomo pubblico in cui l’algoritmo, stanco di servirlo e riverirlo in silenzio, decide di sputtanarlo in mondovisione. Per Renato Schifani, governatore della Sicilia e custode delle acque (evaporate), quel momento è arrivato in un innocente martedì mattina, alle ore 11:02, sotto forma di un post su Facebook che, più che una comunicazione istituzionale, sembrava una prova maldestra di AI Karaoke.

Quando l’algoritmo ti impallina

Tema: la crisi idrica nell’isola. Tono: solenne, partecipato, istituzionale. Autore: Renato Schifff... Ah, no. Rettifica: diciamo… ChatGPT, ma in stato confusionale sgamato in un nanosecondo. Perché martedì il presidente – o meglio, lo stagista col tirocinio al piano terra di Palazzo d’Orléans – ha pubblicato senza batter ciglio un post copiato e incollato direttamente dal prompt generato da un’Intelligenza artificiale. Ma non uno qualsiasi: proprio quello grezzo, quello di servizio, con tanto di etichetta iniziale tipo "istruzioni per l’uso" che nemmeno nel manuale della lavatrice.

La perla? Testuale: "Ecco una proposta per il post su Facebook, in prima persona e con enfasi, adatta a un tono istituzionale, ma coinvolgente". Bam. Pubblicato. Così. Senza vergogna, senza filtro, senza nemmeno un "ma forse no?" da parte di nessuno. Una frase che grida Boilerplate! come una sirena da cantiere dimenticata in piazza. Roba che manco il correttore automatico ha avuto il coraggio di sottolineare. Nel giro di sessanta secondi – il tempo di un caffè e un bestemmione – il post è stato corretto. Ma, si sa, lo screenshot è il nuovo tatuaggio digitale: indelebile, virale e pronto a rimbalzare da un gruppo Telegram a una chat di condominio. Così, mentre Schifani tentava di tappare le falle della Sicilia assetata, si ritrovava a nuotare in una pozza di pubblico imbarazzo, generata non dalla siccità, ma dalla ben più impietosa sete di ridicolo della rete.


E sia chiaro: usare strumenti digitali non è un reato. Lo fanno tutti. Lo fa il consigliere comunale di Rosolini, lo fa l’avvocato che deve spiegare una sanzione amministrativa in PowerPoint, lo fa pure nostra zia per scrivere i messaggi d’auguri su WhatsApp. Ma – e qui casca il presidente – l’Intelligenza artificiale richiede almeno un briciolo di intelligenza naturale per essere usata decentemente. E qui parliamo proprio del minimo sindacale, eh! Perché il post incriminato è l’equivalente istituzionale del classico “ho copiato, ma non ho capito nulla di quello che sto scrivendo”. Un po’ alla Totò che legge il volantino a voce alta: ''Vota Antonio… Vota Antonio…''.

Senza sapere di che acciderbolina parla. Il web, naturalmente, non ha perdonato. Anzi, ha banchettato. Commenti taglienti, meme a raffica, imitazioni con la voce di Maria De Filippi che recita il prompt con enfasi molto coinvolgente. E giù applausi, ma di quelli ironici, da studio televisivo vuoto con risate registrate.

Qualcuno ha scritto: “Poteva almeno affidarsi alla deficienza naturale. È pur sempre made in Sicily.” La scena è talmente paradossale da sembrare una puntata di Boris, ma con le luci al neon di un assessorato e un social media manager sotto sequestro emotivo che, pressato da un presidente in vena di solennità digitale, incolla tutto, pure l’intestazione, manco fosse il tema in classe quinta elementare: “Scrivi una lettera alla tua mamma.” Il bello, si fa per dire, è che il post “corretto” è perfettamente anonimo: ben scritto, ben impaginato, ben inutile. Quelle classiche frasi da politico in camicia bianca che affronta la crisi idrica come si affronta un buffet: senza fretta, senza soluzioni, con molto garbo. Ma se non fosse stato per quella premessa sgrammaticata, non avremmo mai saputo il grande segreto di Renatino: il suo ghostwriter per l’emergenza acqua è una macchina americana che risponde a richieste come “Scrivimi una cosa triste ma coinvolgente, con tono paternalistico e vocazione da statista fallito.”

E ora? Scatta la tirata d’orecchie al povero stagista? Si apre una commissione d’inchiesta con focus group sulla prompt moderation? Viene istituito il nuovo assessorato alla semantica istituzionale digitale? O – più probabile – il presidente deciderà di fare come ai bei vecchi tempi: tornare ai comunicati stampa redatti dal cugino dell’usciere, quello con la licenza media e la passione per il corsivo Times New Roman. Nel frattempo, la crisi idrica può attendere. Al massimo, ce la racconterà la prossima volta Midjourney con una bella immagine dell’Etna che piange. Sipario. Applausi (falsi). E voce fuori campo, sempre lui: “Vota Antonio. Vota Antonio.”

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