Oramai dovremmo avere fatto l'abitudine alle sparate di Elon Musk che, imprenditore illuminato, ritiene che la forza della sua ricchezza gli consenta di essere ascoltato ed apprezzato, anche quando dice delle sesquipedali stupidaggini.
Ma Musk che accusa l'Ue di essere il quarto Reich è lo stesso che sostiene il partito neo-nazi tedesco?
Come ha fatto in questi giorni quando, dopo essere stato bastonato dall'Ue con una multa da 120 milioni di euro (per il semplice motivo di essersene infischiato delle leggi che regolano il settore della comunicazione, anche social, che viene veicolata telematicamente), ha pensato bene di accusare l'Europa comunitaria di essere liberticida, paragonandola, con grande senso della Storia, al Reich, il quarto, per la precisione.
E poi, tanto per essere ancora più chiaro, ha chiosato: ''L'Unione europea non è una democrazia - governo del popolo -, ma piuttosto una burocrazia - governo di burocrati non eletti -''.
Ora, ringraziandolo per avere spiegato cos'è la democrazia al Continente dove essa è nata (l'antica Grecia? Ricorda qualcosa di Atene, mr Musk?), il multimiliardario dimentica alcuni passaggi della Storia, soprattutto quelli che non gli convengono.
Così come dimentica, ma forse nemmeno conosce, uno dei proverbi tanto cari all'italica saggezza popolare: predicare bene e razzolare male.
Perché, pur essendoci una forte componente di verità quando Musk insulta l'Ue per essere troppo impaniata in un reticolo di leggi e regolamenti, spesso talmente astrusi da apparire incomprensibili, verrebbe da dire che lanciare accuse, dopo essere stato infilzato da una pesante sanzione pecuniaria, sa tanto di piccola vendetta personale e non certo di quella battaglia ideologica e di civiltà della quale egli forse cerca di accreditarsi.
Le regole ci sono per essere rispettate e il fatto di chiamarsi Elon Musk e di essere stato molto vicino al cuore di Donald Trump non autorizza a violarle, nonostante i ripetuti segnali lanciati da Bruxelles affinché fossero rispettate.
Da qui, ovvero dalla scottatura personale all'insulto, il passo, per lui, è stato brevissimo.
Quindi: l'Europa è una rivisitazione del nazismo, magari con qualche spruzzata di apparente democrazia, ma la sostanza liberticida resta. Ora se per libertà Musk intende che se ne può tranquillamente fregare delle leggi comunitarie qualcuno dovrebbe spiegargli che sta sbagliando.
Ma c'è altro perché lui, quello che accusa l'Ue di strozzare la democrazia, è lo stesso che in Europa si è ripetutamente schierato con le formazioni della destra radicale, anzi estremistica.
Non lo diciamo noi, ma gli stessi organismi di controllo dei Paesi che, appunto per la loro potenziale pericolosità per la democrazia, seguono passo per passo l'evoluzione delle formazioni di destra, anche accusandole di alimentare campagne di odio.
Elon Musk, che oggi usa il Reich come epitome dei regimi che soffocano il dissenso e quindi la democrazia, non ha certo nascosto di essere accanto (speriamo solo a parole) ad Alternative für Deutschland, che per i servizi segreti tedeschi è una formazione neonazista.
Ora, che lo dicano i servizi tedeschi potrebbe essere un modo del Palazzo per ostacolare la corsa elettorale di AfD. Ma che la stessa leader del partito, Alice Weidel, non prenda le distanze della deriva estremista non è una interpretazione, ma un fatto oggettivo.
Come è apparso evidente nell'intervista rilasciata a Die Welt, quotidiano conservatore tedesco, quando, incalzata sulla prossimità di alcuni esponenti del partito all'ideologia nazista (al punto da riprendere gli slogan della gioventù hitleriana) , ha respinto ogni sospetto, accusando i servizi segreti di agire come faceva la Stasi, la polizia segreta della DDR, che controllava tutto e tutti, come mirabilmente raccontato nel film ''Le vite degli altri'', Oscar come migliore opera straniera del 2007, che spiegò al mondo come si vivesse o si sopravvivesse nella Germania comunista.
Che l'organizzazione giovanile del partito, Generation Deutschland, abbia eletto a suo segretario nazionale Jean-Pascal Hohm, che, per i servizi segreti, è intriso di ideali estremisti, per Alice Weidel non significa nulla, allo stesso modo del fatto che i ragazzi di AfD si siano scelti, come motto, ''la gioventù deve guidare la gioventù''. Lo stesso della Gioventù hitleriana.
Ma non solo questo, perché, nei comizi di Generation Deutschland si sente urlare anche un altro motto, quello delle SA, forse dimenticando quanto accadde, la sera del primo luglio del 1934, quando l'organizzazione fu decimata - letteralmente - per ordine di Hitler, sorte toccata anche al suo capo, Ernst Rohm.