Abbandonato in fretta e furia il G7 in Canada (''Devo tornare'', la sua motivazione), Donald Trump ha nuovamente regalato ai giornalisti che si trovavano sull''Air Force One l'ennesima frase che rischia di ingarbugliare ancora di più la matassa delle diplomazia che cerca di arrivare ad una fine del conflitto tra Israele e Iran.
Medio Oriente: ma cos'è che vuole fare Trump?
Trump ha detto di non essere alla ricerca di un cessate il fuoco, ma "stiamo valutando qualcosa di meglio di un cessate il fuoco". Cosa abbia voluto dire, semmai il verbo era aderente al pensiero, resta un piccolo mistero, che resta tale anche dopo che Trump ha detto che, meglio di un cessate il fuoco, è una ''vera fine''.
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Comunque, alla domanda dei giornalisti se può fare qualcosa di più per Israele, Trump ha risposto: "Al momento stiamo andando abbastanza bene. Ricordate, l'Iran non può avere un'arma nucleare", spiegando che il suo appello alla popolazione di Teheran di lasciare la città era solo perché vuole che ''le persone siano al sicuro''.
Intanto, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale IRNA, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha avuto con i suoi omologhi di Germania, Francia e Regno Unito e con la rappresentante dell'Ue per gli affari esteri ai quali ha chiesto di condannare la "palese aggressione" di Israele.
Nel corso della conversazione, si legge in una nota del Ministero degli Esteri, Araaghchi ha sottolineato ''la palese aggressione del regime sionista contro l'Iran, che comprende attacchi a impianti nucleari pacifici, infrastrutture economiche, basi militari e aree residenziali'' e quindi ''il dovere di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di contrastare questa aggressione e di porre fine ai crimini del regime sionista''.
Araghchi ha affermato che gli attacchi al suo Paese rappresentano un "colpo senza precedenti alla diplomazia" e criticato la clemenza mostrata nei confronti di Israele dagli stati occidentali.