Miami ci regala una perla di saggezza coniugale che ridefinisce il concetto stesso di ovvietà elevata a sistema. Eleanor e Lyle Gittens, rispettivamente 107 e 108 primavere, sono stati incoronati da LongeviQuest - istituto che monitora i record di età nel mondo - come la coppia sposata più longeva del pianeta. Ottantatré anni di matrimonio. Ottantatré!
Il segreto di 83 anni di matrimonio? Amarsi (e vabbè)
Un lasso temporale in cui si sono avvicendati almeno una quindicina di presidenti americani, l'uomo ha messo piede sulla Luna, è caduto il Muro di Berlino, l'umanità ha inventato Internet, gli smartphone e l'intelligenza artificiale. E qual è, dunque, l'arcano magistero che ha permesso a questi due esemplari della specie di non strangolarsi vicendevolmente? Tenetevi forte: "Ci amiamo". Ecco. Grazie dell'illuminazione! Per un attimo avevamo sperato in qualche stratagemma sopraffino, magari una formula alchemica a base di stoicismo e gin, o quantomeno la rivelazione che letti separati fossero il grimaldello della felicità perenne. E invece no: amarsi.
Che è un po’ come suggerire a chi ha fame di mangiare, o a chi ha sete di bere. Una tautologia talmente sconvolgente nella sua semplicità da risultare quasi offensiva per chi, da decenni, consulta stuoli di terapeuti di coppia alla ricerca del Santo Graal relazionale. Sia chiaro: c'è qualcosa di ineffabilmente commovente in questa longevità affettiva.
Conoscersi nel 1941 durante una partita di basket - lui atleta, lei spettatrice estasiata che non ricorda nemmeno chi vinse, perché troppo occupata a contemplare il futuro padre dei suoi figli -, sposarsi nel 1942 pur sapendo che la guerra li avrebbe ghermiti, sopravvivere a due anni di separazione bellica comunicando attraverso lettere censurate dai militari… Roba da Harmony, da filmone in bianco e nero che ti lascia col magone e la certezza che l'amore, quello vero, esiste davvero. Una storia, la loro, per certi versi epica. Con Eleanor incinta che si trasferisce a New York e assembla componenti per aeroplani mentre Lyle combatte in Italia con la 92esima Divisione di Fanteria.
Lui che torna, costruiscono una casa, sfornano tre figli, superano insieme l'esame per il servizio civile. E poi quel rito deliziosamente borghese dei due Martini serali - oggi sostituiti da una birra Modelo a pranzo, ché l'età impone moderazione - durante i quali si raccontano la giornata come eterni fidanzati. Decenni di lavoro massacrante negli anni Cinquanta e Sessanta, lei che a sessantanove anni consegue un dottorato in Educazione Urbana, entrambi attivi in associazioni universitarie e archeologiche, viaggi, vita piena.
Insomma, tutto bello bellissimo, romantico da far venire il diabete e pure molto edificante. E però… E però permetteteci un refolo di cinismo: ottantatré anni con la medesima persona. Lo stesso viso al risveglio per oltre trentamila mattine consecutive. Le stesse abitudini, gli stessi vezzi, le stesse conversazioni che, per quanto amorevoli, dopo qualche lustro iniziano a ricalcare solchi talmente profondi da diventare canyon dell'ovvio. Perché diciamocelo: la monotonia è un rischio ontologico del per sempre.
E se anche loro, di tanto in tanto, si sono guardati e hanno pensato "non ce la faccio piùùù", è un segreto che si porteranno nella tomba. Oggi Lyle, prevalentemente allettato ma ancora lucidissimo, smanetta sullo smartphone con la disinvoltura di un nativo digitale centenario, declamando che "anche alla mia età si può acquisire conoscenza". Eleanor gli sta accanto nel loro grattacielo con vista su Miami. Dicono che stare insieme non abbia richiesto sforzi titanici, che fosse naturale. E forse è proprio questa la vera chiave: per loro è stato facile. Non hanno dovuto sforzarsi. Si sono semplicemente... amati. Il che ci riporta alla quadratura del cerchio: la ricetta miracolosa è non averne bisogno. L'elisir di lunga vita coniugale consiste nell'essere così inspiegabilmente, irragionevolmente, ostinatamente compatibili da rendere superfluo qualsiasi manuale di sopravvivenza matrimoniale.
Resta il fatto - e qui torniamo a commuoverci, perché siamo creature contraddittorie - che Eleanor e Lyle rappresentano un'anomalia statistica in un'epoca in cui i matrimoni durano quanto una stories di Instagram. Sono la prova provata che l'amore eterno, quello delle canzoni stucchevoli e delle commedie romantiche che fanno venire il latte alle ginocchia, esiste. Basta trovare la persona giusta (pare facile). Oppure, più prosaicamente, basta essere nati quando divorziare era un'onta sociale e rimanere insieme era l'unica opzione socialmente accettabile. Ma questa è un'altra storia, e decisamente meno poetica. Come che sia, auguri a Eleanor e Lyle. Che possiate continuare a sorseggiarvi la vostra birretta quotidiana ancora per molti anni, beati nella vostra imperscrutabile semplicità. E scusateci se, tra un brindisi e l'altro alla vostra longevità, noi comuni mortali continuiamo a interrogarci se ottantatré anni con la stessa persona siano un traguardo o una condanna mascherata da happy end. Ah, già: vi amate. Geniale!