Esteri

Un mare di fede: il ritorno del Nazareno Nero a Manila

Barbara Leone
 

Le strade di Manila si sono trasformate in un fiume umano di devozione e fede quando centinaia di migliaia di fedeli, molti dei quali a piedi scalzi, hanno partecipato alla processione del Nazareno Nero. Questa celebrazione, una delle manifestazioni di fede cattolica più imponenti al mondo, ogni anno riunisce un popolo intero attorno a una statua lignea secolare di Gesù Cristo che regge la croce, venerata per i suoi presunti poteri taumaturgici.

Un mare di fede: il ritorno del Nazareno Nero a Manila

La statua del Nazareno Nero, realizzata in legno di mesquite e risalente al 1606, fu portata nelle Filippine dai missionari agostiniani. La leggenda racconta che l’immagine sia sopravvissuta miracolosamente a un incendio durante il trasporto su una nave dal Messico. Da allora, il suo colore scuro ha alimentato la devozione popolare.
Nel 1650, Papa Innocenzo X riconobbe ufficialmente il culto del Nazareno Nero, autorizzando la formazione della Confraternita di Nostro Santo Gesù Nazareno, mentre nel 1880 Papa Pio VII concesse l’indulgenza plenaria a chi pregava dinanzi all’immagine.

Cuore pulsante dell’evento è la Traslacion, una processione di circa 15 ore che ripercorre il trasferimento storico della statua dalla chiesa di San Nicola da Tolentino alla parrocchia di Quiapo, avvenuto nel 1787.
Quest’anno, la processione ha segnato un momento speciale: il ritorno della partecipazione di massa dopo i vincoli imposti dalla pandemia. La folla si è accalcata lungo le strade, trasformandole in un mare di marrone e oro, i colori tradizionali associati all’evento.
La celebrazione di quest’anno è stata arricchita da alcune novità. Per la prima volta, la statua è stata custodita in una teca di vetro antiproiettile, una misura adottata per garantire la sicurezza dell’immagine sacra e prevenire incidenti nella calca dei fedeli. Questa decisione è stata accolta con reazioni contrastanti, ma il rettore del santuario di Quiapo, padre Jun Sescon, l’ha descritta come un passo necessario per proteggere l’immagine e garantire una celebrazione più sicura per tutti.

La teca non ha impedito ai devoti di lanciare asciugamani bianchi verso l’immagine, nella speranza che venissero passati sulla superficie della statua e restituiti come oggetti benedetti. Nonostante le misure di sicurezza, la partecipazione è stata straordinaria: circa 220.000 persone hanno assistito alla messa celebrata all’alba dal cardinale José Advincula, arcivescovo di Manila, e altre 94.500 erano già in cammino alle prime ore della mattina. Complessivamente, le autorità hanno stimato una presenza di oltre 2,3 milioni di persone lungo il percorso di 5,8 chilometri che attraversa il cuore della capitale filippina. Oltre 15.000 addetti alla sicurezza e al pronto intervento sono stati dispiegati per garantire l’ordine e rispondere a eventuali emergenze.

La processione è un atto di fede collettivo che coinvolge persone di ogni età e condizione. Famiglie intere, anziani, bambini e disabili camminano a piedi nudi, un gesto di umiltà e penitenza che simboleggia la loro vicinanza a Cristo. Molti dei fedeli che, nel tempo, hanno lanciato asciugamani verso la statua raccontano storie di grazie ricevute e miracoli personali attribuiti al Nazareno Nero, alimentando una fede che si rinnova anno dopo anno.

Con circa l’80% della popolazione che si identifica come cattolica romana, le Filippine sono la nazione cattolica più grande dell’Asia, un retaggio di oltre tre secoli di colonizzazione spagnola.
Tuttavia, Manila, una metropoli di 25 milioni di abitanti, è anche una città di contrasti, dove la povertà diffusa e le ferite lasciate dalla guerra alla droga dell’ex presidente Rodrigo Duterte restano evidenti. L’impatto di questa politica, che ha causato migliaia di morti, si fa ancora sentire, ma la Chiesa ha cercato di rispondere con gesti di compassione, come l’acquisto di un lotto di terreno a Kalookan per offrire sepolture dignitose alle vittime.

In questo contesto, la Traslacion assume un significato ancora più profondo.
Come sottolineato dal vescovo Pablo Virgilio David, presidente della Conferenza Episcopale Filippina, è un’occasione per invocare il miracolo della dignità umana, una speranza che si riflette anche nei gesti concreti della Chiesa. Un evento-simbolo di resistenza e solidarietà, per una nazione che lotta da sempre contro le sue contraddizioni intrinseche.
Il rito è talmente sentito dalla comunità che a luglio 2023 l’arcidiocesi di Manila ha avanzato alla Santa Sede la richiesta di elevare la festa del Nazareno Nero a celebrazione nazionale e di riconoscere la chiesa di Quiapo come santuario nazionale. Una decisione che riflette il ruolo centrale di questa celebrazione nella vita spirituale e culturale delle Filippine, il cui riconoscimento potrebbe amplificare ulteriormente l’importanza della Traslacion attirando l’attenzione di fedeli da tutto il mondo che, nonostante le difficoltà e le tragedie di questi nostri tempi, trova nel Cristo che porta la sua croce la luce per illuminare l’intero cammino della vita.

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