Economia

Manifattura Eurozona, settembre segna una nuova contrazione dopo l’illusione estiva

Redazione
 
Manifattura Eurozona, settembre segna una nuova contrazione dopo l’illusione estiva
Dopo il breve respiro di agosto, l’industria manifatturiera dell’Eurozona è tornata a mostrare segnali di debolezza. Secondo i dati diffusi da S&P Global e Hamburg Commercial Bank, l’indice PMI manifatturiero si è attestato a settembre a 49,8 punti, in calo rispetto al 50,7 di agosto, tornando così sotto la soglia dei 50 che separa crescita e contrazione.

Manifattura Eurozona, settembre segna una nuova contrazione dopo l’illusione estiva

Il dato, leggermente migliore rispetto alla stima preliminare di 49,5, evidenzia tuttavia un peggioramento delle condizioni operative del settore, dovuto in gran parte al calo dei nuovi ordini e a un incremento nella perdita di posti di lavoro. Nonostante ciò, la produzione ha segnato un aumento per il settimo mese consecutivo, anche se con un ritmo nettamente più contenuto rispetto ai picchi estivi.

“La ripresa appare fragile e manca un segnale chiaro di accelerazione”, ha spiegato Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, sottolineando come gli ordini in entrata siano rimasti stagnanti per tutta l’estate. Le aziende, di conseguenza, hanno continuato a ridurre personale e scorte, mentre gli arretrati di lavoro sono diminuiti al ritmo più sostenuto da giugno.

Il quadro resta eterogeneo tra i Paesi membri. I Paesi Bassi hanno registrato la performance migliore, con un livello di crescita ai massimi da oltre tre anni, mentre la Spagna ha mantenuto un andamento positivo insieme a Grecia e Irlanda. Decisamente meno brillanti le tre maggiori economie: Germania, Francia e Italia hanno segnato ancora una contrazione, pur con segnali di attenuazione rispetto alla recessione iniziata tra il 2022 e il 2023. Per Berlino, in particolare, le prospettive sembrano orientarsi verso una lieve ripresa, con attese di crescita dell’1,6% nel manifatturiero nei prossimi dodici mesi. Più incerta la situazione francese, dove le difficoltà economiche si intrecciano con le tensioni politiche e i rischi legati al bilancio del 2026.

Sul fronte dei prezzi, i costi delle materie prime sono scesi per la prima volta da giugno, anche se in maniera marginale, mentre i produttori hanno continuato a ridurre i prezzi di vendita per il quinto mese consecutivo. Un segnale che riflette la debolezza della domanda e la difficoltà di trasferire i costi a valle.

La fiducia delle imprese resta positiva, ma ha toccato il livello più basso da aprile e rimane inferiore alla media decennale.
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