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Cosa pensano i leghisti della prima ora della deriva di estrema destra di Salvini?

Redazione
 
Cosa pensano i leghisti della prima ora della deriva di estrema destra di Salvini?

Matteo Salvini, stappando idealmente bottiglie di champagne, ha festeggiato, come se fosse una sua personale affermazione, la vittoria di Alternative fur Deutschland, il partito di estrema destra di cui è convinto sostenitore, non considerando che nell'armamentario di AfD ci sono estremismo e razzismo.

Cosa pensano i leghisti della prima ora della deriva di estrema destra di Salvini?

Questo non sembra incrinare l'entusiasmo di Salvini che ormai ha traghettato la Lega sul fronte della destra più estrema, che, come nel caso di AfD, mischia xenofobia, islamofobia e, comunque, la negazione dell'Europa comunitaria. Una posizione, quella del segretario leghista, che sembra essere frutto soprattutto della necessità di recuperare il distacco da Fratelli d'Italia, andando ad erodere a destra i consensi di cui gode il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Quello che potrebbe apparire evidente, ma che tutti nella Lega sembrano volere smentire, è che il nuovo corso salviniano sembra avere spazzato il passato stesso del movimento, che era nato su un presupposto ideologico diverso - soprattutto quello di un partito fortemente radicato nel territorio del Nord del Paese, ma anche questa idea è andata svanendo -, a cominciare dalla netta matrice anti-fascista.

Oramai questa immagine è stata cancellata, dopo un periodo di appassimento, culminato con l'imbarcare Roberto Vannacci che ormai sembra andare per fatti propri, ritenendosi parte importante della sopravvivenza della Lega, cui ha contribuito con il mezzo milione di voti.

Vannacci che, con il linguaggio, la postura, i continui richiami alla X Mas (che, al di là di quel che lui dice e ripete, nell'immaginario collettivo è quella di Junio Valerio Borghese e non più quella dell'impresa di Alessandria d'Egitto), sta rappresentando l'afflato ''law and order'' della Lega.

Ma Salvini va sulla sua strada, inneggiando alle idee di AfD e forse non considerando che, pur davanti ad un innegabile successo elettorale, il partito di Alice Weidel ha forse ottenuto meno di quanto sperasse. Ma queste sono cose oggettivamente poco rilevanti davanti ad una chiara affermazione di AfD non solo nell'est della Germania - suo tradizionale serbatoio di voti -, ma anche nell'ovest dove ha fatto man bassa del voto giovanile.

La Lega di oggi, quindi, guarda verso la radicalizzazione di temi securitari sui quali ha puntato da tempo, forse tralasciando le sue radici. Ma il malcontento comincia a manifestarsi non solo in ambiti circoscritti, ma anche in assemblee nelle quali sempre più quadri leghisti reclamano una maggiore democrazia interna. Del congresso, peraltro, si parla ormai da tanto di quel tempo che, se e quando arriverà, sarà solo nel momento in cui Salvini si sentirà talmente forte da spazzare il dissenso.

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