Esteri

Un ponte tra cielo e terra: la sacra rinascita al Kumbh Mela

Barbara Leone
 
Il cuore in pace vede una festa in ogni villaggio. Così recita un antico proverbio indù, ricordandoci che la serenità interiore può trasformare il nostro modo di percepire il mondo. Mai come in questi giorni, tale saggezza risuona viva nella maestosità del Kumbh Mela, il più grande raduno umano del pianeta, che ha preso il via oggi nella città di Prayagraj, nel cuore dell’Uttar Pradesh, in India. 
Qui, milioni di pellegrini si riversano sulle rive sacre dei fiumi Gange, Yamuna e del leggendario Sarasvati, fondendo spiritualità, tradizione e il fervore di un rituale che affonda le sue radici in leggende millenarie. L’atmosfera a Prayagraj, immersa in una fitta nebbia mattutina, è carica di devozione e aspettativa. 
Migliaia di fedeli si sono immersi nelle gelide acque sacre, ritenute purificatrici di ogni peccato. Secondo la mitologia indù, questo bagno rituale interrompe il ciclo delle reincarnazioni (samsara) e avvicina alla moksha, la liberazione spirituale.

Un ponte tra cielo e terra: la sacra rinascita al Kumbh Mela

Tra i pellegrini c’è chi vive il Kumbh Mela per la prima volta. 

Prabhakar, un giovane di Nuova Delhi, non nasconde il suo stupore: “È la mia prima volta al Kumbh Mela ed è stato incredibile. Non pensavo ci fosse così tanta gente”, dichiara all’agenzia di stampa spagnola EFE. Il fascino del festival è innegabile: un evento che unisce fede e speranza, persone comuni e sadhu, gli asceti indù ricoperti di cenere e lunghi capelli.
Tutti, o quasi, con indosso le tipiche vesti color zafferano, simbolo di coraggio e sacrificio. L’importanza dell’evento è tale che per accogliere milioni di devoti, le autorità hanno costruito una vera e propria città temporanea, dotata di 160.000 rifugi e circa 150.000 bagni chimici e infrastrutture volte ad ospitare un evento titanico che affonda le sue origini nella mitologia.
Secondo il racconto del Samudra Manthan – la zangolatura dell’oceano –, il Signore Vishnu avrebbe versato gocce di elisir dell’immortalità dal suo kumbh (urna) in quattro luoghi sacri: Prayagraj, Haridwar, Ujjain e Nashik. Da allora, questi luoghi ospitano il Kumbh Mela a rotazione ogni 12 anni. Tuttavia, l’edizione di Prayagraj è la più importante, un evento considerato unico non solo per la sua sacralità, ma anche per la sua grandiosità. E che quest’anno assume un significato particolare.

La coincidenza con l’allineamento celeste del sole, della luna e di Giove rende infatti questo Kumbh Mela – il Maha Kumbh Mela – un appuntamento straordinario che si ripete solo ogni 144 anni. Le processioni, i canti e i rituali, amplificati dalla partecipazione di oltre 400 milioni di persone, rappresentano quindi un trionfo della spiritualità collettiva. E in un’epoca in cui tradizione e modernità si intrecciano, il Kumbh Mela si reinventa. Per aiutare i pellegrini a orientarsi nei 40 chilometri quadrati di campi e punti di balneazione, è stata sviluppata un’app mobile che guida i partecipanti tra templi, bancarelle e rifugi. Inoltre, ogni pellegrino riceve un braccialetto a radiofrequenza per essere localizzato in caso di smarrimento, un problema frequente tra le immense folle. La tecnologia gioca un ruolo chiave anche nella sicurezza. Migliaia di droni aerei e sottomarini monitorano l’evento, mentre spettacoli di luci, realizzati con oltre 2.000 droni, raccontano storie della mitologia indù nei cieli notturni. Questa fusione tra sacro e digitale rappresenta un tentativo di affrontare le sfide logistiche di un evento senza precedenti che è anche un palcoscenico politico. L’attuale governo nazionalista indù ha infatti investito oltre 70 miliardi di rupie (circa 800 milioni di euro) per promuovere l’evento, trasformandolo in un simbolo dell’orgoglio e dell’unità indù. Tant’è vero che il primo ministro dell’Uttar Pradesh, Yogi Adityanath, e il premier Narendra Modi sono volti ricorrenti nei materiali promozionali, sottolineando l’importanza politica del festival. Non mancano, tuttavia, le controversie. Quest’anno, molti venditori e tassisti musulmani hanno denunciato discriminazioni, riferendo che è stato loro impedito di partecipare al festival o di servire i pellegrini. “Il Kumbh Mela dovrebbe essere un momento di unione e coesistenza pacifica”, ha dichiarato Mahant Durganand Brahmachari, un anziano sacerdote. "L’odio non dovrebbe avere posto qui".

Il Kumbh Mela è, quindi, molto più di un semplice festival religioso: è un canto eterno alla ricerca dell’anima, un ponte sospeso tra il cielo e la terra, dove la tradizione abbraccia la modernità. Tra il vibrare dei mantra, i canti profondi dei sadhu e il dolce fruscio delle acque sacre, si intrecciano sogni e preghiere, come petali portati dal vento verso l’infinito. E mentre milioni di devoti si immergono nel Gange, è come se ogni goccia d’acqua narrasse una storia antica, una promessa di purezza e rinascita. In questo abbraccio collettivo, il messaggio del Kumbh Mela si leva limpido come un’alba: la pace che dimora nel cuore può illuminare il mondo intero, trasformando il caos in armonia e l’umanità in un’unica, sacra sinfonia
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
21/02/2025
Redazione
Usa: le vendite di case di proprietà precedente sono diminuite del 4,9% a gennaio rispetto...
21/02/2025
Redazione
La fiducia dei consumatori negli Stati Uniti nel mese di febbraio è scesa più del previsto
21/02/2025
Redazione
Hockey, il Canada batte gli Usa, e Trudeau punzecchia Trump: ''Non puoi prenderti il nostr...
21/02/2025
Redazione
Elezioni in Germania: il 20% degli elettori è ancora indeciso, secondo i sondaggi.