Pare che i tempi del "vediamoci senza filtri" stiano per finire, almeno per gli utenti iPhone. Ma non parliamo di beauty filter o correzione occhi rossi: Apple ha deciso che, d’ora in poi, anche la nudità dovrà passare sotto censura. Con l’arrivo di iOS 26, la nuova versione del sistema operativo della Mela, tra le tante novità in arrivo — da un Wallet più intuitivo a un CarPlay rinnovato — c’è un aggiornamento che ha già fatto sollevare più di un sopracciglio (e forse abbassare qualche webcam): FaceTime dirà "no" ai corpi nudi. Il nuovo sistema, infatti, sarà in grado di riconoscere la nudità durante una videochiamata e bloccarla preventivamente. Insomma, se l’interlocutore si presenta in costume adamitico, sarà l’iPhone a fare da censore, suggerendo di pensarci due volte prima di cliccare su “accetta”.
iPhone, basta nudi su FaceTime: Apple ci mette (letteralmente) il filtro
Una novità che potrebbe fare felici i più timidi o i più sfortunati frequentatori di videochiamate inaspettatamente... esplicite. Ma che, allo stesso tempo, fa storcere il naso a chi vede in questa mossa l’ennesimo passo verso un controllo eccessivo della nostra vita digitale. Perché, diciamocelo, l’idea che un algoritmo scruti le immagini in tempo reale, decidendo cosa sia “troppo”, ha un che di disturbante. Anche se Apple assicura: niente paura, tutto resta nel telefono.
L’analisi avviene localmente, grazie all’intelligenza artificiale, e nessun dato intimo abbandonerà il vostro prezioso dispositivo. Non è la prima volta che Apple si muove nella direzione della protezione contro contenuti espliciti. Già il mese scorso aveva annunciato un pacchetto di strumenti per la tutela dei minori, tra cui l’oscuramento automatico delle immagini nude negli album condivisi e il blocco dei contenuti espliciti nei messaggi. Ma ora il passo è più ampio: il filtro su FaceTime non riguarderà solo i profili “junior”, bensì ogni utente. Una nudità democratica, insomma: vietata a prescindere dall’età.
Dietro questa mossa, si cela — almeno ufficialmente — una volontà di protezione. Ma anche una certa idea di decoro digitale.
Perché se è vero che la tecnologia può (e deve) prevenire abusi e molestie, è altrettanto vero che tra protezione e censura il confine è sottile. E ogni passo in più nel giardino recintato dell’ecosistema Apple ci fa domandare: quanto siamo disposti a rinunciare alla nostra spontaneità per sentirci al sicuro? Certo, nessuno difende la video-esibizione involontaria o gli incidenti da chiamata di gruppo alle 2 del mattino. Ma c'è anche chi, nella privacy del proprio FaceTime, ha scelto consapevolmente una nudità condivisa.
E in quel caso, chi decide cosa è opportuno? L’utente, o l’algoritmo? E poi c’è l’aspetto più ironico — e in fondo molto umano — di tutta questa storia: siamo passati in pochi decenni dal sogno utopico di videochiamate degne di "Star Trek", a doverci preoccupare del nostro livello di abbigliamento quando suona FaceTime. Tra poco, forse, ci arriverà un avviso tipo: “Stai indossando dei pantaloni? Chiamare senza potrebbe offendere la sensibilità altrui”. In fondo, dietro ogni nuova funzione tecnologica c'è una visione del mondo, o almeno del modo in cui dovremmo relazionarci gli uni con gli altri. Apple ci suggerisce che il corpo nudo non è più un tabù solo nelle gallerie d’arte, ma potrebbe diventarlo nelle nostre case digitali. Una scelta che fa discutere, perché coinvolge intimità, privacy, autodeterminazione
. Per ora, comunque, ci tocca adeguarci: se siete tra quelli che amano chiamare il partner sotto la doccia o condividere un momento sexy in video, attenzione. Il vostro iPhone potrebbe trasformarsi nel più casto dei maggiordomi digitali, pronto a coprirvi con un asciugamano virtuale e un messaggio perentorio: “Non è il caso”. In attesa della prossima frontiera, magari un Siri moralista che ci giudica mentre mandiamo emoji maliziosi, non resta che chiederci: la tecnologia sta diventando più intelligente… o solo più bacchettona e sottilmente ipocrita, come una zia che finge di non guardare ma poi commenta tutto?