Sono passati 60 anni da quando Euroborsa fece la sua prima apparizione nel panorama dell'informazione italiana. Un’epoca in cui Euroborsa si muoveva tra il rumore del ticchettio delle telescriventi, l'odore dell'inchiostro e il lavoro certosino - che toccava sempre all'ultimo arrivato in redazione - per imbustare i numeri della rivista appena stampati e mandarli alla distribuzione.
Euroborsa festeggia i suoi primi 60 anni
Se sessant'anni sembrano tanti nella vita di un uomo, per un organo di informazione sono equivalenti ad un paio di ere geologiche, cominciate quando solo chi leggeva libri di fantascienza poteva immaginare i progressi della tecnologia.
L'oggi di Euroborsa è quello di un organo di informazione che torna ad essere una realtà, in virtù di numeri che stanno premiando la scelta che abbiamo fatto, come gruppo editoriale, di volere credere nella possibilità che si possano dare notizie che rispettino il principio cardine della nostra professione: il rispetto della realtà, e quindi, con esso, del lettore, di chi, ogni giorno e in quantità che crescono, ci segue accordandoci fiducia.
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Una fiducia che trae origine da un principio che era di mio padre, Maurizio Rodinò, che di Euroborsa fu ideatore e realizzatore, e che ho fatto mio e della mia redazione: non dobbiamo giudicare gli altri, lasciamo che siano gli altri a giudicare il nostro lavoro e facciamone tesoro. Sessant'anni fa la scommessa di Euroborsa pareva folle: entrare dentro l'alto steccato dell'informazione economica, a quel tempo riservata a pochi eletti, che mai cambiavano e che coltivavano tutti la medesima consuetudine, avvalendosi di notizie che provenivano dalle stesse fonti, in una omologazione che, alla fine, li privava dell'opportunità di scegliere.
Cioè di attingere sempre agli stessi giornali oppure, e fu questa la nostra scommessa, fidarsi di un nuovo prodotto giornalistico che aveva la caratteristica di non assimilarsi al discorso comune, ma di proporre letture alternative, spesso scomode, che ponevano interrogativi che ad altri non era permesso di avanzare, per condizionamenti di varia natura.
Non è stato certo un cammino facile, avendo Euroborsa, come altri organi di informazione, affrontato momenti difficili. Ma lo ha fatto con dignità, non cedendo alla seduzione di "adeguarsi" per sopravvivere. Per questo, dopo qualche anno in cui come gruppo editoriale abbiamo tirato il fiato, oggi abbiamo deciso non di ripartire (non ci siamo mai fermati), ma di darci, da noi stessi, un obiettivo che è anche una sfida: tornare ad esserci, lasciando al lettore il giudizio sulla qualità di quello che gli offriamo.
E questo rimetterci al giudizio del lettore ha comportato nuove sfide, come quella di dotarci di una struttura redazionale che si affida a professionalità riconosciute e che si avvalgono del contributo di esperti (compresi analisti finanziari anche stranieri) grazie ai quali oggi possiamo affermare che Euroborsa è una realtà, buona o meno buona, non spetta a noi dirlo.
Ma è una realtà che sta ottenendo risultati ai quali ambivamo per un futuro non lontano, ma che ci hanno sorpreso per la velocità con cui si sono manifestati.
Il nostro percorso, sebbene abbia un passato lontano alle spalle, non vuole limitarsi a capitalizzare quel che abbiamo fatto, ma considerarlo la base per nuove scommesse.
In questo non siamo soli, perché abbiamo deciso di costituire un comitato scientifico che ci stia accanto, non per condizionarci, ma per aiutarci a fare meglio. Un organismo di cui fanno parte le menti migliori della nostra economia, della finanza, della società.
Tutti, noi e loro, uniti nel comune desiderio di fare di Euroborsa un protagonista. Come e in che misura tocca a noi.
La nostra quotidianità è scandita dai tempi frenetici dell'informazione che corre sulla Rete e che ci impone ritmi che un tempo erano impensabili, ma per i quali siamo attrezzati, grazie al nostro impegno e, soprattutto, alla passione che ci anima. La stessa passione per quello che di bello e grande l'Italia ha dimostrato di sapere fare.
Per questo, in autunno, Euroborsa terrà la prima edizione del ''suo'' premio. Un evento, ma soprattutto la celebrazione di quello che questo nostro meraviglioso Paese ha regalato al mondo. Un evento che vuole essere il momento della consapevolezza e dell'orgoglio di essere italiani e, insieme, cittadini e protagonisti nel mondo.
Demetriò Rodino, Presidente del Gruppo Editoriale Euroborsa