Con l’arrivo dell’autunno e l’accensione dei primi riscaldamenti, l’ENEA invita i cittadini a guardare oltre le vecchie caldaie a gas o a gasolio e a considerare la possibilità di passare a una pompa di calore elettrica. Non si tratta soltanto di una scelta ecologica, ma anche di una decisione che può tradursi in un risparmio concreto in bolletta. 
ENEA: con pompe di calore fino a 433 euro di risparmio l’anno e meno CO₂
Per aiutare le famiglie a capire se questa transizione è davvero conveniente, l’Agenzia ha messo a punto un nuovo applicativo web capace di calcolare, in pochi minuti, la fattibilità tecnica ed economica dell’intervento. «L’app permette di valutare facilmente se la sostituzione possa avvenire senza modificare l’impianto idraulico o i radiatori», spiega Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio ENEA Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano (in foto). «In questi casi si possono ottenere risparmi annui che partono da 150 euro, come nel caso della sostituzione di una caldaia a metano in una zona climatica simile a quella di Padova, fino a 433 euro per chi passa da una caldaia a GPL in un contesto come quello di Catania». 
Le pompe di calore, sottolinea ENEA, rappresentano oggi una delle soluzioni tecnologiche più evolute per riscaldare la casa d’inverno, rinfrescarla d’estate e produrre acqua calda sanitaria durante tutto l’anno. Hanno costi di esercizio contenuti e una resa energetica elevata, perché riescono a fornire più energia di quanta ne consumino.
Un recente studio dell’Istat ha confermato la tendenza: nel 2023 l’utilizzo delle pompe di calore è aumentato di circa l’8% rispetto al 2021, con il Nord-Ovest che guida la classifica per incremento. Tuttavia, l’indagine mostra anche come oltre il 43% delle famiglie italiane continui a combinare più sistemi di riscaldamento e raffrescamento, spesso in modo poco razionale. In molti casi si ricorre a un impianto centralizzato integrato con una stufa, un caminetto o un condizionatore split, a seconda delle necessità immediate. 
Una scelta che, secondo Calabrese, non paga: «Accoppiare un impianto centralizzato con un sistema autonomo a pompa di calore o con altri dispositivi elettrici significa fare una scelta poco efficiente. Basti pensare ai costi di manutenzione che si moltiplicano». Il ricercatore invita piuttosto a ragionare in termini di pianificazione energetica: «Dovremmo pensare a un progetto generale di efficientamento, orientato alla razionalizzazione complessiva dell’impianto. Questo significa programmare con anticipo le sostituzioni, partendo da una diagnosi energetica dell’edificio per capire quali interventi garantiscono il miglior rapporto costi-benefici, anche attraverso lavori sull’involucro edilizio». 
Intanto, mentre le regioni alpine e quelle del Nord hanno già acceso i termosifoni, dal 1° novembre è il turno delle città del Centro, come Roma e Firenze. Nel Sud, invece, la stagione termica inizierà ufficialmente il 15 novembre, per arrivare fino al 1° dicembre nelle località più calde come Reggio Calabria, Palermo e Agrigento.
ENEA, da parte sua, ha diffuso alcune raccomandazioni pratiche per contenere i consumi e migliorare il comfort domestico. Prima di tutto, consiglia di orientarsi verso soluzioni tecnologiche di ultima generazione, sostituendo i vecchi impianti con pompe di calore ad alta efficienza e integrando sistemi di regolazione intelligenti come cronotermostati, sensori di presenza e comandi a distanza. Fondamentale è anche il “check-up” energetico dell’abitazione, affidato a un tecnico qualificato, per verificare lo stato dell’impianto e l’isolamento termico di pareti e infissi. Un buon isolamento, infatti, può ridurre i consumi fino al 40%. 
Altro passo strategico è l’adozione di un sistema di termoregolazione climatica, che modula la temperatura dell’acqua in base alle condizioni esterne, garantendo ambienti confortevoli e riducendo i consumi fino al 25% ogni 10 gradi in meno di mandata. Non meno importante è il monitoraggio costante dei consumi attraverso contatori intelligenti, strumenti che consentono di individuare in tempo reale eventuali sprechi o anomalie.
 «Un impianto consuma e inquina meno quando è regolato correttamente, è pulito e senza incrostazioni di calcare», ricordano da ENEA, che sottolinea anche come la manutenzione sia obbligatoria per legge. Chi non la effettua rischia sanzioni a partire da 500 euro, secondo quanto stabilito dal D.P.R. 74 del 2013. Poi c’è la questione delle temperature: bastano 19 gradi per assicurare il comfort necessario in casa. Ogni grado in meno permette di risparmiare fino al 10% sui consumi di combustibile, un dato che spesso sfugge a chi tende a “sparare” i termosifoni. 
Anche la durata di accensione, regolata per legge in base alla zona climatica, va rispettata con attenzione. Infine, ENEA raccomanda alcuni accorgimenti semplici ma efficaci: chiudere persiane e tapparelle di notte per limitare le dispersioni, non coprire i termosifoni con tende o mobili che impediscono la diffusione del calore e, al contrario, posizionare dietro di essi materiali riflettenti come un foglio di alluminio, utile a rimandare il calore verso la stanza. Per il ricambio d’aria bastano pochi minuti, mentre lasciare le finestre spalancate per troppo tempo vanifica il lavoro dell’impianto. Un’ultima nota riguarda le valvole termostatiche, obbligatorie nei condomini: la loro installazione consente di ridurre i consumi fino al 20%, un piccolo intervento che produce grandi benefici sia economici che ambientali.