La scelta della Commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere e far ritirare gli emendamenti che intendevano rivedere l’impatto della stretta sulle auto aziendali in fringe benefit prevista nell’ultima Legge di Bilancio ha determinato lo sconcerto di Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, che ha commentato con queste parole: “Una scelta immotivata che finisce per danneggiare la mobilità delle nostre imprese, già penalizzate dal punto di vista fiscale rispetto ai competitor europei, l’industria automotive per la conseguente riduzione di nuove immatricolazioni, il rinnovo del parco circolante e l’Erario, che incasserà oltre 125 milioni in meno solo per quest’anno”.
DL Milleproroghe, stretta sulle auto aziendali, ANIASA: “Scelta immotivata”
Alberto Viano, presidente di Aniasa (in foto), ha aggiunto: “Confidiamo in un rapido intervento del Governo che possa rivedere una norma che nel 2025 comporterà un’ulteriore e significativa contrazione delle immatricolazioni di autovetture a uso noleggio a lungo termine e di acquisti da parte di società, con stimabili minori entrate per l’Erario e gli Enti Locali pari a 125 milioni di euro nel 2025. Gran parte delle aziende già in questo primo scorcio dell’anno segnalano come le società clienti stiano privilegiando la scelta di prolungare i contratti in essere anziché rinnovarli, per provare a sfuggire ai notevoli aumenti previsti dalla nuova norma”,
In particolare, l’Associazione segnala il respingimento immotivato dell’emendamento che prevedeva una salvaguardia per le vetture immatricolate prima del 1° gennaio 2025 e di quello che proponeva lo slittamento della norma al prossimo luglio. La regolamentazione precedente, sostituita da quella in vigore dal 1° gennaio, potrebbe non essere più applicabile alle auto assegnate e immatricolate fino al 31 dicembre 2024.
L’intervento sul Tuir, Testo unico delle imposte sui redditi, non ha previsto una clausola di salvaguardia per il pregresso, impedendo alle vetture consegnate entro il 2024 di beneficiare nel 2025 della determinazione forfettaria del fringe benefit basata sulle tabelle Aci, con un ritorno al regime analitico del 1997. Ciò comporterebbe un significativo aumento degli imponibili fiscali e della tassazione per i soggetti coinvolti, pur trattandosi di veicoli già concessi in uso dall’azienda.
Il Governo deve raccordare la normativa, mantenendo invariata la disciplina fiscale per le assegnazioni effettuate prima del 1° gennaio 2025, come indirettamente suggerito dalla relazione tecnica alla Legge di Bilancio 2025. Serve una conferma esplicita del legislatore per evitare incertezze e il ritorno al sistema del rimborso chilometrico.
Con l’entrata in vigore della norma, considerando i veicoli aziendali più noleggiati, Aniasa stima un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto di 1.600 € (+67%), con conseguente maggiore tassazione in busta paga per il dipendente. I più penalizzati saranno i dipendenti della classe media, principali utilizzatori di vetture diesel o benzina: “Tutto questo in evidente assenza di considerazione da parte del Governo per le buste paga di 1 milione di contribuenti che subiranno una contrazione - sottolinea Viano - per la transizione ecologica del nostro parco circolante, minori nuove auto in circolazione e per l’industria automotive, già in forte sofferenza. Serve oggi più che mai un coordinato intervento legislativo sulla fiscalità dell’auto aziendale, da anni sollecitato invano all’attenzione del MEF”.