Si accende lo scontro politico e territoriale attorno al blocco dei veicoli diesel Euro 5 previsto per il primo ottobre 2025 in molte città del Nord Italia. A rilanciare l’allarme è Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti, che insieme alla Lega si dice determinato a “scongiurare il divieto”, esattamente come già avvenuto nel 2023 con l’intervento del Consiglio dei Ministri.
Diesel Euro 5, Salvini rilancia lo stop al blocco: rischio paralisi per oltre un milione di auto al Nord
“La Lega è impegnata a livello locale e nazionale – fa sapere il partito – per evitare un provvedimento che colpirebbe famiglie e lavoratori”. Il riferimento è al potenziale stop alla circolazione per oltre un milione di auto, con particolare incidenza in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le quattro regioni che compongono il bacino padano e che sono più esposte alle direttive europee sulla qualità dell’aria.
Il divieto alla circolazione dei diesel Euro 5 – veicoli immatricolati a partire da gennaio 2011 – deriva dagli obblighi di aggiornamento dei Piani per la Qualità dell’Aria, imposti dalla Commissione Europea alle regioni più inquinate. Il Consiglio dei Ministri, nel 2023, aveva già rimandato il blocco, stabilendo il termine inderogabile dell’1 ottobre 2025, almeno per i comuni con oltre 30.000 abitanti.
Le regioni si sono attivate. In Piemonte, il Consiglio regionale ha già aggiornato il proprio Piano Aria, confermando il divieto per le auto Euro 5 dal prossimo ottobre nei centri più grandi. In Lombardia, invece, si prevede un avvio progressivo delle limitazioni: dal 2025 per le autovetture, al 2026 per veicoli commerciali leggeri (M2, N1 e N2), fino al 2027 per le restanti categorie, coinvolgendo città come Varese, Lecco, Vigevano, Abbiategrasso e San Giuliano Milanese.
Secondo i dati Anfia, in Italia circolano oltre 3,7 milioni di auto diesel Euro 5, su un totale di 40,9 milioni di veicoli. La quota di mezzi interessati è dunque tutt’altro che marginale e pone seri interrogativi sulla sostenibilità economica e sociale del blocco, soprattutto in assenza di misure di accompagnamento per la sostituzione del parco circolante.
Il nodo è ormai politico. Salvini si schiera contro un “ambientalismo punitivo” e chiede soluzioni “che non scarichino il peso sulle famiglie e sui pendolari”. L’obiettivo, per la Lega, è quello di aprire una trattativa sia a livello interno che con Bruxelles, per rivedere i tempi o garantire deroghe più flessibili ai territori.
Già nel 2023, la battaglia contro il blocco Euro 5 in Piemonte aveva visto l’intervento diretto del Governo. Ma questa volta, il tempo stringe e il rischio è che la stretta arrivi in piena campagna elettorale per le amministrative del 2025, alimentando tensioni tra forze politiche e amministrazioni regionali.