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Ponte sullo Stretto, stop della Corte dei Conti al visto di legittimità, scontro frontale con il Governo

di Redazione
 
Ponte sullo Stretto, stop della Corte dei Conti al visto di legittimità, scontro frontale con il Governo
Altro stop per il Ponte sullo Stretto. La Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo della Corte dei Conti non ha ammesso al visto, e dunque alla registrazione, la delibera CIPESS n. 41/2025 relativa al progetto definitivo e all’assegnazione di risorse FSC. Le motivazioni, spiega una nota, saranno pubblicate entro 30 giorni con apposita deliberazione. 

La decisione ha subito acceso lo scontro politico. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni parla di “ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”, sottolineando che gli uffici avevano fornito risposte puntuali ai rilievi, inclusa la trasmissione di documenti via link definita “capziosa”. 

Durissima anche la reazione del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “scelta politica” e “grave danno per il Paese”, con l’annuncio che l’esecutivo “andrà avanti” per avviare i lavori. Il vicepremier Antonio Tajani si dice “esterrefatto” e contesta che la magistratura contabile possa incidere sulle opere strategiche. Dall’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein accusa la premier di voler porsi “al di sopra delle leggi e della Costituzione”. 

La società Stretto di Messina, per voce dell’AD Pietro Ciucci, riferisce “sorpresa” per l’esito e ribadisce il rispetto delle norme italiane ed europee lungo l’intero iter, in attesa delle motivazioni. Nel frattempo proseguono le reazioni territoriali con i presidenti di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani, che definiscono lo stop un danno per il Mezzogiorno e confermano la piena sintonia col ministero. 

Sul piano procedurale, la mancata registrazione non chiude definitivamente il dossier. Per gli atti governativi, la normativa prevede che l’amministrazione possa chiedere al Consiglio dei ministri di deliberare la prosecuzione dell’atto ritenuto di superiore interesse pubblico. In tal caso, la Corte può apporre un “visto con riserva” e trasmettere l’elenco degli atti registrati con riserva al Parlamento, con possibili ricadute di responsabilità politica. 

Secondo ricostruzioni giornalistiche, i profili sotto esame includerebbero coperture economiche, stime di traffico, conformità ambientale e antisismica, oltre al perimetro delle competenze del CIPESS. Dettagli che saranno chiariti solo con la deliberazione motivata della Corte. 

In attesa della motivazione, il Ponte resta al centro di un braccio di ferro istituzionale e politico. Da un lato l’esecutivo che rivendica la strategicità dell’opera e promette di andare avanti, dall’altro il controllo di legittimità contabile che chiede certezze su coperture, procedure e conformità. La prossima mossa, ora, potrebbe spostarsi a Palazzo Chigi, con l’eventuale richiesta di registrazione con riserva per tenere in vita il provvedimento. 
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