L'ultima Congiuntura Confcommercio mostra una variazione positiva dello 0,3% dei consumi per gennaio 2025, con una lieve diminuzione della spesa per i beni (-0,1%) e di una crescita dell’1,4% per i servizi.
Confcommercio: "Consumi e PIL crescono, in attesa della ripresa"
Nel mese, c'è stato un calo nella domanda di molti beni, con però alcuni settori dei servizi che hanno fatto registrare miglioramenti significativi: spicca l'andamento positivo per la comunicazione, con un aumento del 2,8%. Anche il settore dei viaggi e dei pasti fuori casa ha visto crescere la domanda, con un +1,9%. Questo dato conferma un trend in atto da quasi quattro anni, spinto soprattutto dal turismo internazionale. Buone notizie anche per il settore alimentare, che cresce dell'1,3%, anche se le difficoltà restano.
Altri segnali positivi arrivano dai beni per la cura della persona (+0,4%) e, seppur più moderato, dall’abbigliamento e dalle calzature (+0,4%), anche se questo settore resta comunque in difficoltà. D’altra parte, alcuni settori sono ancora in difficoltà. I consumi legati alla mobilità sono calati del 2%, e anche i beni legati alla casa e alla ricreazione hanno segnato una lieve discesa (-0,3%). Guardando più nel dettaglio, c'è stato un forte aumento per i trasporti aerei (+11,2%) e per i servizi ricreativi (+8,7%). Anche i consumi di energia elettrica sono saliti (+0,8%). Ma non tutte le notizie sono positive: l’automotive continua a essere un settore problematico, con una diminuzione del 3,8% nella domanda di auto nuove. C’è stato anche un calo nei consumi di mobili e arredamento (-1,9%) e di elettrodomestici (-1,7%).
Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi: "L'inizio del 2025 replica le caratteristiche di disfunzionamento dell’economia italiana. Restano robusti i presupposti per una crescita dei consumi, grazie all’occupazione elevata, ai redditi reali crescenti e all’inflazione sotto controllo, sebbene in episodica crescita a febbraio, mentre non si assiste a un coerente sviluppo della spesa delle famiglie. Anche in considerazione del nebuloso scenario internazionale che certo non sostiene la propensione agli investimenti da parte delle aziende, un nuovo orientamento verso l’espansione della domanda interna sarebbe auspicabile. È presumibile che le scorie psicologiche accumulate durante la recente fiammata inflazionistica, rendono le famiglie particolarmente caute nel valutare le proprie possibilità di spesa. Questa stessa interpretazione indica che con il passare del tempo e in assenza di ulteriori shock avversi, si dovrebbe ripristinare il corretto funzionamento della catena che lega maggiori redditi a maggiori consumi. Che è alla base del nostro moderato ottimismo sulle prospettive dell’economia italiana nel 2025."