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Trump colpisce la Svizzera con super-dazi

di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist, IG Italia
 
Trump colpisce la Svizzera con super-dazi
Il presidente Trump ha imposto dazi fino al 39% sulle importazioni dalla Svizzera, tra i più alti al mondo, superati solo da quelli verso Laos, Myanmar, Brasile e Siria. La decisione ha spiazzato aziende e politici elvetici, che erano convinti di essere vicini a un accordo preferenziale con Washington con la promessa di $150 miliardi di investimenti diretti.

Al momento sono esentati dai dazi i prodotti farmaceutici e le importazioni di oro (principali fonti di surplus per la Svizzera), scelta tattica degli Stati Uniti per avere ulteriori carte da giocare al tavolo delle trattative.

Duro colpo per l’export svizzero

La Svizzera esporta circa 19% dei suoi beni verso gli Stati Uniti, il suo primo mercato per prodotti come farmaci, macchinari di precisione, orologi e cioccolato. Se i dazi dovessero rimanere in vigore, si stima un impatto fortemente negativo sul PIL svizzero, con rischi maggiori se l’esenzione sui farmaci dovesse cadere.

Motivazione degli Stati Uniti, deficit commerciale troppo alto

Il deficit commerciale USA-Svizzera ha raggiunto i 50 miliardi di dollari nei primi cinque mesi del 2025, anche a causa dell’impennata nelle importazioni di oro e farmaci (esenti dai dazi, ma sotto osservazione). Trump accusa la Svizzera di concorrenza sleale, riaprendo tensioni già viste nel suo primo mandato.

Frattura diplomatica

La Svizzera, storicamente neutrale, si trova ora isolata. Alcune voci nel Paese chiedono un riavvicinamento all’Unione Europea, che ha ottenuto dazi ben più bassi (15%). Cresce il dibattito sull'effettiva sostenibilità della neutralità in un mondo multipolare.

Impatto sui mercati finanziari

Franco svizzero (CHF): Il cambio EUR/CHF è salito da 0,9280 a 0,9350, segnalando un forte deprezzamento del franco svizzero.

Questo riflette sia le attese negative sull’export svizzero, sia il timore di un’escalation nelle tensioni con gli Stati Uniti, inclusi possibili interventi o pressioni sulla Banca Nazionale Svizzera.

Inoltre, il rischio di essere nuovamente accusata di manipolazione valutaria potrebbe rendere la BNS più cauta nell’intervenire, lasciando spazio a maggiore volatilità.

Le nostre prospettive

La decisione di Trump ha colpito duramente la fiducia nel sistema svizzero, con ripercussioni visibili sui mercati azionari e valutari. L’indebolimento del franco riflette non solo la vulnerabilità del Paese alle misure protezionistiche, ma anche la fine momentanea della sua reputazione di "safe haven" in un contesto di tensione USA-Svizzera. Riteniamo che il destino del franco svizzero e dell’export elvetico ora dipende dall'esito delle trattative tra i responsabili commerciali dei due paesi. Eventuali correzioni al ribasso sui dazi avrebbero un effetto positivo su equity e CHF. Un peggioramento dei rapporti commerciali con la conseguente eliminazione dell'esenzione per farmaci e oro potrebbe essere un altro colpo duro per la Svizzera (ribassi sia per franco svizzero che per azionario).
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