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Tikehau Capital - Commento sull’accordo tariffario UE-USA

di Raphael Thuin, Head of Capital Markets Strategies di Tikehau Capital
 
Tikehau Capital - Commento sull’accordo tariffario UE-USA
Gli investitori hanno accolto con sollievo l’accordo sul quadro tariffario tra l’UE e gli Stati Uniti. Innanzitutto, i livelli tariffari oggetto dell’intesa sono generalmente considerati “gestibili” sia per le aziende che per i consumatori e rappresentano un esito decisamente migliore rispetto agli scenari peggiori temuti dalle analisi più pessimistiche. L’accordo contribuisce anche a ridurre l’incertezza, permettendo a investitori e imprese di pianificare con maggiore fiducia e adeguare le proprie aspettative in modo più coerente.

Pur offrendo un certo sollievo, l’intesa lascia comunque alcuni elementi da monitorare. In primo luogo, l’incertezza non è stata completamente eliminata: i termini dell’accordo restano in parte poco chiari, possono essere soggetti a interpretazioni diverse e potrebbero essere rivisti in future discussioni. Pertanto, non si può escludere del tutto il rischio di notizie negative legate ai dazi. Inoltre, i dazi stanno diventando una componente sempre più strutturale dell’economia globale. L’amministrazione statunitense continua a considerarli uno strumento strategico di politica economica, e la loro influenza potrebbe estendersi oltre l’attuale ciclo politico. Benché l’economia nel suo complesso abbia mostrato una certa resilienza, si osservano già segnali iniziali di pressione legata ai dazi nei dati disponibili, segnali che potrebbero diventare più evidenti col tempo. Con ogni probabilità, gli effetti si manifesteranno in modo graduale piuttosto che improvviso.

È ancora complesso valutare l’impatto per i singoli settori e per le singole aziende, e le dinamiche in gioco sono troppo eterogenee per essere sintetizzate in un’unica lettura. In Europa, alcuni comparti tirano un sospiro di sollievo; il settore aerospaziale, ad esempio, sembra essere stato risparmiato È inoltre incoraggiante constatare che gli scenari più critici non si sono concretizzati e che parte dell’incertezza sta iniziando a dissiparsi. Persistono però ambiguità per settori come quello vinicolo e dei distillati, così come per le aziende farmaceutiche ancora in attesa di risposte finali dagli enti preposti.

Negli Stati Uniti, gli annunci relativi a un aumento della spesa per la difesa - che favorisce le aziende domestiche - insieme a un impegno rilevante da 250 miliardi di dollari l’anno per l’acquisto di energia, potrebbero offrire un supporto significativo a entrambi i settori.

Detto ciò, se da un lato il rimbalzo iniziale registrato dal mercato può essere giustificato in questo contesto, dall’altro resta fondamentale un approccio selettivo, basato sull’analisi delle singole aziende. Elementi chiave da considerare includono l’esposizione ai dazi, la resilienza della catena di fornitura, la presenza produttiva negli Stati Uniti, il potere di determinazione dei prezzi e la capacità di trasferire eventuali costi aggiuntivi sui clienti. Questi fattori devono essere centrali in qualsiasi valutazione d’investimento.
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