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Scope Ratings: European Bank Outlook 2025

 
Gli analisti di Scope Ratings evidenziano come le banche europee siano ben posizionate per affrontare un potenziale deterioramento del ciclo del credito.  Marco Troiano, Head of Financial Institutions Ratings, ha commentato “Nonostante la molteplicità dei fattori in gioco, le banche europee mantengono profili di credito resistenti e solidi fondamentali finanziari. Tuttavia, il nostro scenario di base prevede che la crescita dei ricavi diventi marginalmente negativa nel 2025 e rimanga neutrale nel 2026, mentre la crescita dei costi supererà quella dei ricavi nei prossimi due anni, determinando un peggioramento dell'efficienza”.

I punti chiave:

I coefficienti patrimoniali rimangono ben al di sopra dei requisiti normativi minimi, la maggior parte delle banche cercherà di ridurre il capitale in eccesso attraverso distribuzioni di capitale e operazioni di M&A. Le riserve di capitale delle banche si sono assestate intorno al 4%, un valore che Scope considera più che adeguato. 

La riduzione dei margini di interesse netti ridurrà la redditività, ma Scope prevede che il calo del reddito netto da interessi dovuto alla riduzione dei margini sarà parzialmente bilanciato dalla crescita dei volumi dei prestiti e da livelli più elevati di reddito non derivante da interessi (in particolare da attività di gestione patrimoniale e assicurativa).

La crescita dei prestiti accelererà nel 2025-2026, trainata dalla domanda di credito al consumo e dalla ripresa dei mutui ipotecari, grazie alla ripresa del mercato immobiliare, al calo dei costi di finanziamento e all'allentamento dei requisiti creditizi da parte delle banche. I prestiti alle imprese saranno sostenuti dalla crescita economica e dal rifinanziamento dei prestiti dell'era Covid.

Focus sull’Italia: Le banche italiane manterranno un buon livello di buffer rispetto ai requisiti patrimoniali grazie alla forte generazione di utili e all'ottimizzazione del capitale. In relazione all'attività di M&A per il 2025, un ulteriore consolidamento tra le banche di secondo e terzo livello può portare a ulteriori guadagni di efficienza e a istituzioni più forti. Si riduce il rischio di instabilità politica rispetto al passato, data la solida maggioranza parlamentare del centro-destra.
 
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