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Rapporto Sai: un Comune su quattro è coinvolto nel Sistema di Accoglienza e Integrazione

 
Rapporto Sai: un Comune su quattro è coinvolto nel Sistema di Accoglienza e Integrazione
Si è tenuta nella sede dell’Anci la presentazione del XXIII° Rapporto annuale dedicato al Sistema di accoglienza e integrazione (SAI). L’incontro si è svolto alla presenza del presidente dell’Anci Gaetano Manfredi, del prefetto Rosanna Rabuano, capo dipartimento per le Libertà civili e Immigrazione e del delegato all’immigrazione e Politiche per l’integrazione di Anci, Gianguido D’Alberto. I dati SAI riferiti all’anno 2024 sono stati presentati da Virginia Costa, responsabile del Servizio centrale SAI.

Sono 872 i progetti di accoglienza attivi in SAI, +9,9% rispetto al biennio precedente. In più di un caso un solo enti titolare gestisce progettualità SAI dedicate a categorie diverse: adulti, minori soli non accompagnati e persone portatrici di specifiche vulnerabilità. Nel corso del 2024 sono state 55mila le persone accolte e inserite in un percorso di integrazione nel 2024 all’interno della rete SAI. I Comuni coinvolti nella rete SAI sono circa 2000 (sia titolari di progetti di accoglienza, sedi di strutture Sai o in partenariato). Una rete capillare sul territorio di cui fanno parte oltre 1000 piccoli Comuni (fino a 5mila abitanti) e il 93% dei Comuni italiani con oltre 100mila abitanti. Nel 2024 sono state accolte 55mila persone, di cui il 17% sono minori stranieri non accompagnati. 

Il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli ha affermato che “la rete SAI rappresenta un vero e proprio patrimonio infrastrutturale, professionale e sociale che, dai territori – dai più piccoli ai più grandi Comuni – viene messo a disposizione dell’intero Paese. Un sistema che, proprio per la sua capacità capillare di dare risposta ai bisogni di accoglienza e di inclusione, va rafforzato, garantendone la continuità, talvolta penalizzata anche dalla insufficienza di risorse”.
“Nel corso del 2024 la capienza della rete è cresciuta del 16%, a dimostrazione di come gli enti locali sono sempre più impegnati nel dare risposte alle esigenze di accoglienza del nostro Paese”, così il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto durante la presentazione del Rapporto. “Voglio ringraziare i 25mila operatrici e operatori, impegnati nel SAI ad accompagnare le persone accolte nel loro percorso di integrazione sul territorio – ha continuato il delegato all’Immigrazione – lavorando presso gli enti locali e il privato sociale. “Ringraziamo il ministero dell’Interno, in particolare il prefetto Rosanna Rabuano, che non ha fatto mai mancare ad Anci un ascolto attento e partecipe. Ma al contempo – ha proseguito D’Alberto – è importante lavorare insieme per superare alcuni fattori di criticità che rischiano di mettere in una condizione di precarietà la rete SAI. Dalla mutevole definizione giuridica degli accoglibili, alla parcellizzazione dei fondi che finanziano il SAI, fino alle sempre più complesse situazioni sociali e sanitarie di cui spesso le persone accolte nel SAI sono portatrici”.

“Siamo di fronte ad un nuovo contesto – ha concluso il delegato Anci – che da un lato ci mette di fronte a nuove responsabilità che però possono tradursi in opportunità, come la capacità di attrarre, facendo leva sul progetto SAI, risorse nuove e diverse, così come l’urgenza di poter contare su alleanze stabili con tutti i servizi pubblici: dalla salute all’abitare, all’apprendimento della lingua alla formazione professionale”.

Il capo dipartimento per le Libertà civili e immigrazione Rosanna Rabuano ha sottolineato di “credere fortemente nell’impegno del SAI che rappresenta un modello virtuoso di gestione della cosa pubblica che garantisce non solo la dignità delle persone ma anche sicurezza dei territori”. “L’impegno di rafforzamento che anche il ministero dell’Interno ha assunto e che porterà avanti lo farà nell’ambito dell’attuazione del Patto europeo per la migrazione e l’Asilo”. Un passaggio “che – ha aggiunto – vedrà necessariamente la riscrittura del sistema nazionale di accoglienza e potrà contare sia sul rafforzamento del sistema di prima accoglienza che delle specializzazioni della seconda accoglienza”. Quanto al tema delle risorse ha ribadito: “ci stiamo battendo per la stabilizzazione della rete e con le prossime leggi di bilancio, anche in relazione al Patto Ue, pensiamo ad un fondo ad hoc per il nuovo sistema di accoglienza”.
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