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Previsioni iBanFirst in vista delle riunioni di politica monetaria di FED e BCE

di Michele Sansone, country manager di iBanFirst Italia
 
Previsioni iBanFirst in vista delle riunioni di politica monetaria di FED e BCE
Dal 28 al 30 ottobre, la Federal Reserve (Fed) e la Banca Centrale Europea (BCE) si riuniranno, una dopo l’altra, per decidere i prossimi passi della loro politica monetaria. Sebbene finora abbiano mantenuto approcci sostanzialmente allineati, questa volta i contesti e le sfide differenti che devono affrontare potrebbero portare a risposte divergenti da parte delle due istituzioni.

Sul fronte della Banca Centrale Europea (BCE), i mercati non si aspettano alcuna modifica dei tassi, che dovrebbero restare al 2%, livello considerato come il tasso finale dell’attuale ciclo di irrigidimento monetario. Alcuni membri del Consiglio direttivo, come François Villeroy de Galhau (Francia), non hanno escluso un ulteriore taglio di 25 punti base in futuro, qualora il contesto macroeconomico dovesse peggiorare. Tuttavia, questo non è attualmente all’ordine del giorno.
Un’ulteriore riduzione del costo del credito avrebbe un impatto limitato sull’economia, dato che le condizioni monetarie sono già accomodanti. Il problema principale dell’Europa non è cambiato negli ultimi anni: la domanda interna rimane troppo debole, e un taglio dei tassi all’1,75% farebbe ben poco per risolvere la situazione.

L’attenzione si sposta quindi sulla Federal Reserve (Fed) statunitense. Siamo più cauti rispetto al mercato nel suo complesso riguardo al ritmo dei tagli dei tassi. Ci aspettiamo altri due tagli nei prossimi sei mesi, che porterebbero il tasso di riferimento al 3,75%, contro il 3,50% previsto dai mercati dei futures, a causa del persistente rischio inflazionistico. Riteniamo che l’impatto inflazionistico della politica tariffaria statunitense sarà meno rilevante del previsto, anche se non privo di conseguenze. Una volta corretti i dati per gli effetti del blocco del governo (shutdown), dovremmo osservare un rimbalzo dell’inflazione nel quarto trimestre, spingendo la Fed a mantenere un atteggiamento prudente.

Inoltre, il mercato immobiliare si è dimostrato molto più resiliente rispetto a quanto gli economisti prevedevano a inizio anno. Questo rappresenta un rischio al rialzo per l’inflazione che non può essere ignorato.

Il ciclo di tagli dei tassi è tutt’altro che concluso. Un taglio di 25 punti base è già previsto per questo mese; tuttavia, questo ciclo difficilmente sarà lineare come i precedenti, data la molteplicità di segnali contrastanti provenienti dall’economia.
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