Fed: taglio da 25 punti base dopo un 2025 segnato da dazi, pressioni politiche e shutdown

di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

La riunione del FOMC di ieri chiude un anno turbolento per gli investitori: dopo aver valutato un insieme di sfide complesse, la Federal Reserve ha deciso di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base, portando il Fed Funds Rate in un intervallo compreso tra 3,5% e 3,75%.

Quello che si sta avviando a conclusione è stato un anno estremamente impegnativo per investitori e policymaker, con i dazi del “Liberation Day” che hanno generato tensioni significative sugli scambi globali. L’indipendenza della Fed è stata oggetto di pressioni politiche persistenti, alle quali l’istituto sembra aver resistito. A complicare ulteriormente il contesto, lo shutdown governativo tra ottobre e novembre ha di fatto lasciato l’economia statunitense “al buio”, costringendo la Fed a operare senza alcuni dei principali dati macroeconomici.

Negli ultimi mesi, i responsabili monetari hanno dovuto gestire tensioni crescenti tra i due obiettivi del proprio mandato: stabilità dei prezzi e sostegno all’occupazione. Tassi elevati rischiano infatti di alimentare la disoccupazione, mentre un’inflazione ancora tenace continua a mantenere elevato l’indice dei prezzi al consumo. Trovare un equilibrio è complesso per via dell’attenzione politica e del fatto che, come ben sintetizzato dal presidente Powell, la Fed dispone di un solo strumento per perseguire entrambi gli obiettivi. La decisione di ieri indica che la priorità va ora all’attenuazione delle pressioni sul mercato del lavoro: con il taglio dei tassi, la Fed mira a offrire sostegno mirato a un’economia che continua a confrontarsi con un elevato grado di incertezza.