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Payden & Rygel - In attesa della Fed: occhi puntati sul “dot plot”

di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel
 
Payden & Rygel - In attesa della Fed: occhi puntati sul “dot plot”
Non ci attendiamo particolari sorprese dalla riunione della Federal Reserve di questa sera, ma sarà importante seguire da vicino l’aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche. È plausibile che la stima mediana relativa al tasso sui Fed Funds per il 2025 venga aggiornata, segnalando un solo taglio rispetto ai due indicati nel “dot plot” di marzo. Ci aspettiamo, inoltre, una revisione al ribasso del Pil mediano e un possibile aumento della stima mediana del PCE core, in linea con il consenso attuale che si attesta intorno al 3%. Anche se giugno segna ormai il giro di boa delle riunioni del FOMC per il 2025, riteniamo vi sia ancora spazio per un numero di tagli dei tassi superiore rispetto a quanto attualmente prezzato dal consenso – con un primo possibile intervento già a luglio, più verosimilmente a settembre.

In particolare, per quanto riguarda il tasso di inflazione, abbiamo assistito a ben quattro letture consecutive favorevoli dell’Indice dei Prezzi al Consumo statunitense e, nonostante alcuni osservatori continuino a sostenere che gli effetti inflattivi legati all’introduzione delle nuove tariffe debbano ancora manifestarsi – forse il prossimo mese o quello successivo, riteniamo che eventuali pressioni sui beni di consumo durante l’estate dovrebbero essere compensate dal calo dei prezzi dei servizi. In questo contesto, il PCE Core dovrebbe arrivare ad attestarsi al 2,4% entro la fine dell’anno. Alcuni ritengono che le aspettative di inflazione possano indurre la Fed a posticipare le sue mosse di politica monetaria, almeno nel breve periodo, ma siamo inclini a ritenere che le attese dei consumatori seguano l’inflazione effettiva più che anticiparla. Quando l’inflazione si sarà raffreddata e le preoccupazioni legate ai dazi si saranno attenuate, anche le aspettative di inflazione dovrebbero diminuire.

Sul fronte della disoccupazione, riteniamo che policymaker e investitori abbiano mostrato eccessiva cautela, considerando l’insolita stabilità del tasso di disoccupazione nell’ultimo anno, in assenza di significativi rialzi o cali tipici delle fasi recessive. Prevediamo un aumento del tasso di disoccupazione fino al 4,5% o oltre entro l’autunno, abbastanza da convincere la Fed a ritenere l’inflazione un problema meno pressante. In conclusione, sia un incremento del tasso di disoccupazione sia una sorpresa al ribasso sull’inflazione, o entrambe le cose, potrebbero spingere la Fed a riprendere il suo percorso di taglio dei tassi. Alla fine dell’anno, sono attesi meno di 50 punti base di riduzioni, ma, considerando il numero di riunioni residue, riteniamo probabile un’accelerazione dei tagli.
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