Payden & Rygel - Chart of the Week - Casa e inflazione: la protezione arriva dagli affitti

La scorsa settimana ha visto la pubblicazione di una serie di importanti dati macroeconomici negli Stati Uniti. Tra questi, l’indicatore d’inflazione di riferimento per la Federal Reserve – l’indice della Spesa per Consumi Personali (PCE) core – ha evidenziato un incremento dello 0,26% su base mensile in giugno, sostenuto da un marcato aumento dei prezzi dei beni. Considerando che l’aliquota tariffaria effettiva negli Stati Uniti è attesa superare il 10% a luglio, cinque volte tanto rispetto ai livelli di un anno fa, non sorprende che tali dinamiche comincino ora a riflettersi nei dati sull’inflazione.

Nonostante questo, però, non crediamo sia il momento di una nuova accelerazione: per quanto siano previsti rialzi nei prezzi dei beni di consumo, è bene sottolineare che la merce importata rappresenta meno del 10% del paniere del PCE core, mentre si intravvedono margini per ulteriori ribassi nei prezzi dei servizi, in particolare per quelli abitativi, che potrebbero controbilanciare l’aumento dei beni. In questo contesto, il New Tenant Rent Index elaborato dalla Fed di Cleveland, che misura le variazioni dei canoni dei nuovi contratti di locazione, ha registrato una contrazione del 9% su base annua nel secondo trimestre del 2025. Sebbene si tratti di un indicatore soggetto a possibili revisioni, la direzione del trend appare piuttosto chiara, soprattutto alla luce del ritorno dei prezzi degli affitti PCE intorno ai livelli pre-Covid-19. Alla luce del quadro attuale, quindi, non sembrano emergere elementi coerenti con l’inizio di una nuova fase inflazionistica.