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Outlook per gli Stati Uniti: prevenire è meglio che curare

a cura degli analisti di MUFG Bank
 
Outlook per gli Stati Uniti: prevenire è meglio che curare
L’economia sta mostrando i segnali più evidenti di cedimento proprio nel momento in cui gli ostacoli alla crescita stanno venendo meno e l’amministrazione può vantare alcune delle sue vittorie più significative. Le tensioni geopolitiche che rappresentavano un rischio per i prezzi del petrolio e dei beni si sono attenuate per il momento, vengono annunciati accordi commerciali e l’importante legge O-BBB (One Big Beautiful Bill Act) sta avanzando al Congresso. Eppure, l’economia paradossale che un tempo cresceva nonostante molte sfide, potrebbe ora trovarsi al punto di rottura. I trend dei consumi stanno rapidamente calando ai livelli più bassi dell’ultimo decennio, e la debolezza delle assunzioni si riflette nei dati aggiornati sulle richieste continuative di sussidi di disoccupazione. L’attuale contesto macroeconomico può essere descritto, nella migliore delle ipotesi, come in fase di indebolimento, e nella peggiore, come in fase di vero e proprio collasso. La nostra view di base si colloca a metà strada tra questi due estremi. In generale, riteniamo che i fantasmi del passato “transitorio” continuino a perseguitare la Fed, rallentando l’economia proprio mentre alcuni venti contrari stanno venendo meno.

Manteniamo la nostra view secondo cui più a lungo la Fed aspetta, più di fatto sta attuando un inasprimento passivo, proprio mentre le condizioni economiche si stanno già indebolendo. Riteniamo che quattro tagli dei tassi quest’anno porterebbero il tasso sui Fed Funds più vicino a un livello neutrale, riducendo la necessità di ulteriori tagli all’inizio del 2026. L’ironia sta nel fatto che la Fed sta aspettando una potenziale crescita dell’inflazione che potrebbe non materializzarsi mai, o che nella migliore delle ipotesi potrebbe tornare solo verso la fine del 2026 a causa delle politiche interne di Trump, e/o più probabilmente se i prestiti bancari negli Stati Uniti dovessero aumentare significativamente, facendo salire l’offerta di denaro. Per ora, gran parte della nostra view dipende dall’andamento a breve termine del mercato del lavoro, che continua a mostrare segni di indebolimento. Se i prossimi dati sull’occupazione confermeranno il nostro sospetto che il mercato del lavoro sia più debole di quanto stimato, ci aspettiamo un taglio a luglio (che resta la nostra previsione). In caso contrario, prevediamo il prossimo taglio della Fed a settembre.

Aggiornamento su commercio e politica fiscale degli Stati Uniti. Con l’avvicinarsi della scadenza della sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci, l’amministrazione ha indicato che è possibile un’ulteriore proroga. Il Segretario al Tesoro Bessent ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno già raggiunto un accordo con il Regno Unito e trovato un’intesa con la Cina, mentre sono in corso ulteriori accordi con altri partner commerciali strategici. Ha inoltre osservato che l’agenda commerciale di Trump potrebbe concludersi entro il Labor Day. Nel frattempo, la legge O-BBB continua ad essere in una fase di incertezza al Senato. L’obiettivo è approvare il disegno di legge entro il 4 luglio, ma il Congresso deve ancora trovare un accordo su modifiche relative a Medicaid, ai finanziamenti ospedalieri e alla deduzione SALT. È degno di nota che Bessent abbia chiesto al Senato e alla Camera di eliminare l’articolo 899 dal disegno di legge, la cosiddetta clausola della “revenge tax”.

I flussi vanno e vengono (ma il dollaro statunitense resta al comando del sistema bancario globale). Aggiorniamo i dati sui flussi esteri verso gli asset statunitensi e analizziamo il ruolo e la storia del dollaro statunitense come valuta di riserva globale. Concludiamo che i recenti rendimenti complessivamente deludenti sono con ogni probabilità il motivo per cui gli investitori esteri stanno diventando così cauti e si stanno spostando verso asset alternativi – non necessariamente per diversificazione, quanto piuttosto per una questione di performance.
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