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Obbligazioni High Yield: fondamentali solidi in un contesto incerto

A cura di Jordan Lopez, Head of the High Yield Strategy Group di Payden & Rygel
 
Obbligazioni High Yield: fondamentali solidi in un contesto incerto

Nonostante la volatilità, gli emittenti High Yield possono contare ancora su ottimi fondamentali, grazie al ricorso contenuto alla leva finanziaria, ai bassi livelli di insolvenza e ai tassi elevati. Per quanto, dunque, le mosse della nuova amministrazione statunitense e il loro impatto sui mercati preoccupino gli investitori, si tratta di un’asset class estremamente interessante, i cui titoli sono meno esposti ai default che storicamente hanno segnato la fine di un ciclo di sovraperformance.

Le società di qualità inferiore, inoltre, oggi hanno maggiori probabilità di finanziarsi tramite prestiti a leva o crediti privati rispetto alle obbligazioni non investment grade, rendendo quella high yield una classe di attivi di qualità mediamente superiore e meno vulnerabile alle insolvenze. Il livello di liquidità è aumentato rispetto al passato, grazie a un più ampio bacino di investitori istituzionali e all’affermarsi di nuove piattaforme di trading che consentono negoziazioni più trasparenti e regolari, avvicinando il mercato high yield a quello investment grade sia per liquidità che per qualità dei titoli. Inoltre, le obbligazioni HY possono offrire una migliore protezione dai ribassi rispetto all’equity, grazie alla loro componente di tassi d’interesse. In contesti non inflazionistici, quando gli investitori liquidano asset di rischio come le azioni, si assiste a un allargamento degli spread e, solitamente, a un calo dei tassi, con una conseguente compensazione e un’attenuazione della volatilità dei prezzi delle obbligazioni high yield.

I rendimenti iniziali del mercato obbligazionario HY, che tradizionalmente hanno rappresentato un indicatore fedele di quelli prospettici, si collocano attualmente nella fascia del 7%. In passato, la correlazione tra i rendimenti iniziali e quelli a cinque anni si aggirava intorno allo 0,93, un dato che ci spinge a ritenere quello attuale un buon punto di ingresso per gli investitori high yield. Inoltre, se si aggiunge l'alfa della gestione attiva, i rendimenti a termine possono avvicinarsi ai ritorni azionari attesi, ma assicurando, a nostro avviso, maggiore protezione dai ribassi.

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