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Moneyfarm - Bias finanziari: quando a decidere è la paura

di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm
 
Moneyfarm - Bias finanziari: quando a decidere è la paura
Il conflitto tra gratificazione istantanea e benessere futuro pervade ogni aspetto della vita, inclusa la gestione del denaro, lasciandoci spesso nel dubbio se sia meglio spendere oggi per un piacere effimero oppure risparmiare per raggiungere un obiettivo più ambizioso domani. È vero che un piccolo sacrificio, reiterato nel tempo, può portare benefici esponenziali, ma anche in materia di risparmio è bene trovare il giusto equilibrio. 

Se, da un lato, vi è la cosiddetta “iperopia”, o “sindrome del risparmio”, che spinge a proiettarsi eccessivamente nel futuro, rinunciando a qualsiasi spesa non essenziale, in nome di una prudenza che corre il rischio di sfociare in ansia e insoddisfazione, all’estremo opposto si devono fare i conti con il bias dello status quo, che in ambito finanziario si traduce in una forma di paralisi operativa. Pur consapevoli che investire potrebbe essere vantaggioso, infatti, molti evitano di agire per una combinazione di scetticismo, sfiducia e procrastinazione, con la convinzione che le piccole scelte non possano realmente fare la differenza, o che “ormai sia troppo tardi”. Ad aggravare questa immobilità interviene l’avversione alle perdite, uno dei bias più noti in economia comportamentale, secondo cui le perdite colpiscono emotivamente più dei guadagni equivalenti, rendendo molti investitori restii ad esporsi ai mercati finanziari: anche lievi fluttuazioni negative vengono vissute con disagio profondo, mentre i possibili benefici a lungo termine non suscitano una reazione uguale e opposta. Il rischio di perdita, dunque, assume un peso sproporzionato rispetto al suo reale impatto economico, frenando decisioni potenzialmente vantaggiose. Spesso, l’inazione nasce anche da un eccesso di analisi e dalla percezione della propria inadeguatezza rispetto a una materia come la finanza, vista da molti come un territorio ostile, tecnico e riservato agli esperti. Un senso di incompetenza che alimenta ansia e indecisione e spinge a rifugiarsi nella sicurezza dell'inazione. Una sicurezza solo apparente, però: lasciare i risparmi fermi sul conto corrente li espone all’inflazione, che col tempo ne erode il potere di acquisto, portando a una perdita certa e ben più pericolosa rispetto a concedersi qualche sfizio di tanto in tanto. Ad esempio, se si fossero lasciati 30.000 euro sul conto corrente, senza investirli, per dieci anni, oggi si sarebbe registrata una perdita del -20% a causa dell’inflazione; se, invece, si fossero spesi 10.000 euro nel viaggio dei sogni, ma si fossero investiti i restanti 20.000 in un fondo azionario con un rendimento medio del +7% netto su base annua, dopo dieci anni il valore del proprio capitale avrebbe superato i 39.000 euro. 

Per cercare il giusto compromesso tra godimento presente e preparazione futura, è utile tenere a mente qualche consiglio pratico: 

· Risparmiare in modo sano, distinguendo ciò che è superfluo da ciò che ha conseguenze reali sul nostro benessere. Privarsi di tutto non sempre è sinonimo di virtù e una buona strategia parte dalla selezione consapevole delle proprie priorità di vita. 

· Prevedere qualche “strappo alla regola”: introdurre gratificazioni regolari in un percorso aumenta la probabilità di mantenere l’impegno nel lungo periodo. Inserire un piccolo premio mensile come una cena fuori non vanifica gli obiettivi, ma li rende più sostenibili. 

· Non sottovalutare il potere del tempo e dell’interesse composto: anche una cifra modesta come 50 euro al mese, investita in modo costante con un rendimento medio del 5%, può tradursi in un tesoretto di oltre 10.000 euro in 15 anni. Il tempo è l’alleato silenzioso dell’investitore disciplinato, che non si lascia scoraggiare da una crescita iniziale lenta.

· Superare la paralisi da rimpianto: riscrivere il passato non è possibile, ma se il miglior momento per investire sarebbe stato vent’anni fa, il secondo miglior momento è oggi. 

· Vincere la paura di sbagliare: esistono strumenti semplici e accessibili per avvicinarsi al mondo della finanza, senza contare che il ruolo dei consulenti professionisti è proprio quello di aiutare gli investitori a gestire il rischio. Meglio iniziare con poco e imparare lungo la strada, piuttosto che stare fermi aspettando di aver capito tutto. 

· Coltivare un rapporto più sereno con il denaro: il denaro non dovrebbe essere vissuto come fonte di preoccupazioni o vergogna, ma come uno strumento neutro, utile a costruire autonomia e a migliorare la qualità di vita. Prendersi del tempo per rivedere la propria strategia finanziaria, discutere con una persona di fiducia o un partner è importante. L’obiettivo è costruire un equilibrio dinamico tra spesa e risparmio, che permetta di vivere con maggiore serenità anche il presente. 
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