Salute

Malattie infiammatorie croniche intestinali: allarme giovani, +25% in 15 anni

di Giuseppe D'Amico
 
Malattie infiammatorie croniche intestinali: allarme giovani, +25% in 15 anni
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) sono una silenziosa emergenza sanitaria che avanza, colpendo soprattutto i più giovani. Negli ultimi 15 anni, secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) pubblicato sulla rivista Gastroenterology, i casi di MICI tra i minori di 20 anni sono aumentati del 25% negli Stati Uniti. In particolare, i tassi di malattia di Crohn pediatrica sono cresciuti del 22%, quelli di colite ulcerosa del 29%. Uno scenario che si riflette anche in Italia, dove oltre 250.000 persone convivono con una malattia cronica intestinale, su un totale globale che supera i 5 milioni. La ricorrenza della Giornata mondiale delle MICI, che si è celebrata il 19 maggio, ha acceso i riflettori su una questione che non può più essere ignorata. L’Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (AMICI Italia), protagonista di un’indagine nazionale su studenti tra i 7 e i 20 anni affetti da MICI, restituisce un quadro allarmante: il 40% dei ragazzi teme di usare il bagno a scuola, 1 su 4 è stato deriso per la propria condizione e solo il 17% ha accesso a un Piano Didattico Personalizzato o a un insegnante di sostegno. Oltre la metà degli adolescenti segnala problemi di socializzazione e quasi il 44% si reca a scuola anche se non sta bene, per paura di essere giudicato.

Le MICI sono patologie complesse, croniche e recidivanti, che alternano fasi di riacutizzazione a periodi di remissione spesso imprevedibili”, spiega Paolo Gionchetti, professore ordinario di medicina interna e responsabile dell’Unità IBD del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. “Nonostante i progressi, le cause restano ancora sconosciute. Questi dati impongono una riflessione sull’urgenza di diagnosi precoce, accesso uniforme alle terapie e supporto psicologico”. La gestione della MICI richiede infatti molto più di un trattamento farmacologico: “Oggi il medico non può limitarsi all’aspetto clinico – sottolinea Gionchetti – ma deve lavorare in équipe con infermieri, psicologi, nutrizionisti, farmacisti e associazioni di pazienti per costruire un percorso di cura personalizzato e continuativo, che consideri anche il benessere emotivo e sociale.” La dimensione scolastica si rivela particolarmente critica. “L’impatto sulla qualità della vita dei bambini e degli adolescenti può essere devastante – ricorda Mara Pellizzari, presidente di AMICI Italia –. I dati ci parlano di esclusione e invisibilità, di diritti negati come lo studio, la salute, la partecipazione. Questo non è accettabile in una scuola che voglia essere davvero inclusiva”.

Dai dati emerge la necessità di superare le disuguaglianze territoriali e ridurre le liste d’attesa per visite e terapie. “È urgente aggiornare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e includere strumenti e servizi fondamentali per una gestione integrata della malattia – ribadisce Pellizzari –. Solo così si può garantire una presa in carico efficace e continua, dalla diagnosi all’inserimento sociale”. L’importanza di un approccio multidisciplinare è confermata anche da Massimo Fantini, segretario del Gruppo Italiano per lo studio delle MICI e professore di scienze mediche all’Università di Cagliari: “Promuoviamo la cultura medica sulle MICI e portiamo all’attenzione istituzionale la necessità di tempi di accesso omogenei alle terapie e percorsi specifici, inclusi aspetti come lo stato nutrizionale”. Anche la chirurgia sta vivendo una trasformazione. “Oggi l’approccio è sempre meno invasivo e più personalizzato – sottolinea Gilberto Poggioli, primario di chirurgia digestiva al Policlinico Sant’Orsola –. Le tecniche laparoscopiche e robotiche permettono di ridurre i tempi di recupero e migliorare la qualità di vita, senza dimenticare l’attenzione agli aspetti psicologici del post-operatorio”. L’evento nazionale di AMICI Italia, tenutosi a Bologna il 17 maggio e trasmesso in diretta streaming, ha affrontato tutti questi temi, ricevendo anche la Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica e il patrocinio di numerose istituzioni e società scientifiche.

Con una popolazione che invecchia, le MICI pongono nuove sfide anche per adulti e anziani: serve un sistema sanitario più equo e accessibile a tutte le età, che assicuri continuità di cura e inclusione sociale. La Giornata mondiale delle MICI non è solo una data simbolica: è un’occasione per ricordare che dietro ogni diagnosi ci sono storie di fatica, ma anche di resilienza e speranza. E che il diritto alla salute, alla dignità e all’inclusione deve essere garantito a tutti, ogni giorno.
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