Burning Buzz
La tassa sugli amanti mette in crisi la casa di Giulietta. Centro storico in tilt
di Redazione

A Verona, l'amore non è solo una cosa meravigliosa, ma anche un business che, a quanto pare, sta sfuggendo di mano. O meglio, sta sfuggendo al controllo accessi. La notizia è di quelle che fanno sbellicare (o piangere) gli dèi del teatro: la celebre Casa di Giulietta in Via Cappello 23 - un’operazione di marketing medieval-fantasy nata 120 anni fa - è diventata l'epicentro di una crisi esistenziale, prima che poetica. In sostanza: troppa gente.
E come si risolve l'overtourism in Italia? Semplice, con un tocco di genio amministrativo all'italiana: il biglietto a sorpresa!
Immaginate la scena: siete arrivati da Tokyo o dal Wisconsin, avete programmato questo pellegrinaggio da mesi, la vostra unica missione è toccare le tette di bronzo della statua di Giulietta per assicurare l'eterno amore (sì, il precetto turistico è questo, e i sociologi ancora si chiedono perché). E boom! Sotto l'albero di Natale trovate una bellissima sorpresa: €12 per entrare nel cortile.
Dal 6 dicembre e fino all'Epifania (un tempismo impeccabile per chi ha già prenotato il viaggio), il cortile non è più aggratis. Un numero chiuso da eletti (1460 persone al giorno) per un'esperienza "esclusiva" che include:
Affaccio al balcone (60 secondi per il selfie di coppia, tempo da record olimpico).
Visita al "museo" (probabilmente, il museo della Smania Turistica).
La risposta? L'inferno in terra. Folla inferocita, centro storico bloccato, commercianti che si sfregano le mani e poi si lamentano, e vigili urbani depressi (un'immagine poetica che meriterebbe un dramma a sé).
Ma il dramma diventa farsa grazie al leggendario spirito di adattamento (o "furbizia") italiano.
Verona sarà pure stata rivendicata dalla Serenissima, ma è in Italia. E in Italia, c'è sempre una scappatoia.
I negozi di souvenir che si affacciano sul cortile, con la loro spontanea generosità, hanno rivelato il trucco: entri per comprare un cuoricino di plastica, e ti fai il selfie "clandestino" a tre metri dalla statua!
In pratica, le migliaia di "portoghesi dell'amore" che non accettano la "tassa" improvvisa hanno simulato un'irrefrenabile urgenza di acquistare un "Tiramisù Juliet's Balcony" per poi alzare il cellulare sotto il balcone più famoso del pianeta, facendo schiumare i paganti onesti e trasformando il nastro rosso della sicurezza in una barriera puramente decorativa.
Una guida turistica con nervi d'acciaio, riassume l'assurdità: "Gli asiatici vengono solo per lei, con la lettera d'amore da imbucare nella stanza da letto! È imperdonabile comunicare stop e tassa due giorni prima, con un cartello senza avvisare che, finiti i biglietti online, i visitatori adesso vengono respinti".
Il web e i social, intanto, si riempiono di storie (e lamentele) di turisti respinti che si interrogano sul caos veronese, ma c'è anche chi sottolinea la necessità di proteggere i siti storici dal collasso (con un po' più di preavviso, magari).
Sul tavolo, intanto, si ragiona su soluzioni che hanno il sapore della toppa messa su una falla: un passaggio sul retro tramite il Teatro Nuovo, sbloccare i sigilli, e magari un ticket simbolico di 2-3 euro per chi vuole solo la toccatina-trash alla statua.
L'amore platonico è morto. L'amore veronese è vivo, ma ora costa, ed è gestito con la caotica, imprevedibile, e irresistibilmente teatrale mano di chi sa che, in fondo, una folla inferocita che tenta la via del souvenir per un selfie abusivo è solo il più recente, esilarante atto della Tragedia di Romeo e Giulietta: L'Assalto al Balcone.