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di Paul Wick, gestore del fondo CT (Lux) Global Technology di Columbia Threadneedle Investments

di Paul Wick, gestore del fondo CT (Lux) Global Technology di Columbia Threadneedle Investments
 
di Paul Wick, gestore del fondo CT (Lux) Global Technology di Columbia Threadneedle Investments

Il 2025 si sta configurando come un anno particolarmente significativo per il settore tecnologico globale, segnato da un’accelerazione degli investimenti, da una maggiore dispersione delle performance tra i diversi comparti e da trasformazioni che stanno ridefinendo in profondità l’ecosistema dell’Intelligenza Artificiale. Il tema dell’AI continua infatti a dominare il dibattito, con molti investitori che si interrogano sulla possibilità di un nuovo rischio bolla. A nostro avviso, tuttavia, il confronto con la fine degli anni ’90 è limitato: il ciclo attuale presenta caratteristiche molto diverse e, soprattutto, fondamentali più solidi.

 

Negli ultimi mesi, le IPO sono rimaste relativamente contenute e soltanto poche di esse hanno registrato progressi significativi dopo la quotazione. L’euforia generalizzata che aveva accompagnato la bolla dot-com non si osserva nel contesto attuale, dove il mercato mostra una selettività marcata e distingue tra aziende con un reale vantaggio competitivo e società che faticano a dimostrare un impatto concreto dell’AI sul proprio modello di business. Già oggi è possibile suddividere il settore in gruppi distinti: semiconduttori, memoria e reti hanno ottenuto performance molto solide, mentre comparti come automotive, elettronica di consumo, wireless, fintech, servizi IT ed energia solare hanno mostrato un andamento decisamente più piatto. Anche il segmento dei software aziendali ha sofferto, penalizzato dai timori che l’adozione dell’AI possa comprimere la crescita o ridurre la domanda di alcune soluzioni tradizionali. Accanto a queste dinamiche di performance, stiamo osservando un aumento straordinario degli i– Meta, Microsoft, Google, Amazon, CoreWeave, Apple e Oracle – dovrebbe superare i 415 miliardi di dollari, con un incremento del 64% su base annua. Si tratta di cifre che testimoniano un cambiamento strutturale e che contribuiscono a delineare la fase attuale come un nuovo ciclo di lunga durata, destinato a sostenere in modo significativo la crescita del settore tecnologico.

 

In parallelo, emergono dinamiche più complesse, come le cosiddette “transazioni circolari”: Nvidia prevede investimenti per 100 miliardi di dollari in OpenAI, che a sua volta investirà nei data center Oracle, mentre Oracle utilizzerà i pagamenti di OpenAI per acquistare nuovi sistemi GPU proprio da Nvidia. Questi meccanismi pongono inevitabilmente interrogativi sulla reale sostenibilità di alcuni flussi di ricavi e sulla possibilità di valutarli con precisione. Per gli investitori, questo rende essenziale un’analisi attenta dei fondamentali e un esame rigoroso della qualità dei guadagni, della visibilità sui flussi di cassa e della solidità dei modelli di business. Il tema dell’infrastruttura AI è inoltre centrale per comprendere dove si stiano concentrando le opportunità più interessanti. Il settore tecnologico è oggi il più grande dell’S&P 500, con una capitalizzazione di circa 16,5 trilioni di dollari al 31 dicembre 2024, superiore alla somma dei due settori successivi, comunicazioni e finanziari. All’interno dei fondi large cap growth, l’allocazione media verso il tech è intorno al 43%, mentre le Magnifiche 7 – insieme a Broadcom – rappresentano circa il 58% del Russell 1000 Growth. Questa forte concentrazione dimostra quanto gli asset tecnologici siano diventati dominanti nei benchmark e rafforza, a nostro avviso, l’importanza di un’esposizione gestita con competenza specialistica.

 

Riteniamo che l’infrastruttura AI rappresenti oggi il modo più solido e coerente per cogliere il potenziale dell’intelligenza artificiale all’interno dei mercati quotati. I segmenti più centrali includono l’alimentazione dei data center, i processori AI, le reti, la memoria e le soluzioni di archiviazione. L’impennata della domanda di chip dedicati all’AI ha infatti avuto un impatto molto positivo sui fondamentali delle società di semiconduttori in portafoglio. Nel settore delle apparecchiature per semiconduttori, manteniamo una visione positiva su Lam Research, Applied Materials e Teradyne per la loro forza nei sistemi di produzione e nei test, mentre Broadcom rimane un leader riconosciuto nel segmento ASIC, supportato da clienti come Google, Meta, ByteDance e OpenAI.

 

In questo contesto, il fondo CT (Lux) Global Technology adotta un approccio GARP (Growth at a Reasonable Price), con l’obiettivo di identificare aziende sottovalutate che possano beneficiare dei trend più solidi e strutturali del settore. L’approccio di gestione si basa su un’analisi fondamentale rigorosa, focalizzata sulla qualità dei modelli di business e sulla capacità delle aziende di competere in modo sostenibile nel lungo periodo. La valutazione considera elementi quali la solidità del contesto competitivo, la rilevanza e difendibilità della proprietà intellettuale, la credibilità del management e la capacità di generare margini stabili e flussi di cassa ricorrenti. Questo insieme di fattori consente di individuare società con fondamenta solide e un potenziale di crescita coerente con le dinamiche del settore tecnologico. Nella selezione dei titoli, guardiamo con particolare interesse alle aziende tra 2 e 30 miliardi di capitalizzazione; queste tendono a offrire un equilibrio interessante tra rischio e potenziale di crescita, presentando in genere una volatilità più contenuta rispetto alle small cap ma una capacità espansiva superiore rispetto ai grandi gruppi consolidati. Inoltre, queste società risultano spesso più ricettive a operazioni di M&A e possono mostrare valutazioni meno efficienti, che generano punti d’ingresso interessanti. In un settore in rapida trasformazione, la capacità di identificare i leader tecnologici e di valutarne correttamente il potenziale rappresenta il fattore decisivo per generare valore nel tempo.

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