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Giorgetti “euro digitale strategico, ma euro pesante è dazio per nostro export”

 
Giorgetti “euro digitale strategico, ma euro pesante è dazio per nostro export”
Il ministro Giorgetti, oggi a Copenaghen per partecipare all’Eurogruppo, ha espresso “apprezzamento per l'impegno e il lavoro svolto a livello europeo per una procedura chiara e trasparente per la definizione dei limiti di detenzione dell'euro digitale”, argomento al centro dei lavori della riunione odierna. Allo stesso tempo è cruciale – ha sottolineato Giorgetti - che il modello di compensazione dei costi di gestione sia più basso rispetto alle tradizionali carte di pagamento. È una priorità strategica con l’obiettivo di tutelare i consumatori e il mercato. “L'euro digitale deve garantire l'autonomia strategica, la resilienza del nostro sistema finanziario di fronte alle minacce esterne. In una parola, uno strumento a difesa della nostra sovranità finanziaria”. Il ministro dell’economia ha dunque definito la proposta congiunta Commissione-BCE “un solido compromesso, che tiene conto dei fattori politici e di quelli economici”.

Per Giorgetti avere limiti di spesa detenzione chiari e appropriati è essenziale: “favorirà infatti l’utilizzo, impedirà che diventi una sorta di riserva di valore e consentirà una risposta significativa alle preoccupazioni del settore privato sul possibile impatto sulla stabilità finanziaria”. Per concludere, oggi “raggiungiamo l’accordo politico su come definire l’intero processo tra Bce e Stati. L’auspicio è che il progetto dell’euro digitale si concretizzi in tempi brevi”. A margine dell’Eurogruppo anche la questione degli asset russi: “Valutiamo con attenzione la proposta europea, ben coscienti dei limiti legali – ha detto Giorgetti – Siamo stati protagonisti degli ERA Loans e dunque conosciamo bene quali sono i limiti legali e reputazionali della vicenda”. Giorgetti si è sempre detto d’accordo sulle finalità espresse sull’utilizzo degli asset in favore dell’Ucraina ma al tempo stesso ha sempre aperto una riflessione sulle modalità da adottare che devono rispettare le attuali regole e leggi internazionali sul tema. Posizione ampiamente illustrata oggi a Copenaghen anche dalla presidente Bce Christine Lagarde.

Durante i lavori dell’Ecofin informale, il ministro ha poi aperto un tema di riflessione a proposito dell’euro forte: “Dopo lunghe discussioni sull’impatto dei dazi Usa sull’export, pur nel pieno rispetto dei Trattati, come ministro dell’economia non posso non rilevare che stiamo assistendo a un fenomeno singolare, mi riferisco al rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro che si sta svalutando nonostante una crescita economica superiore. Questo aspetto, in un tempo di cambiamenti globali, non può essere ignorato, rappresenta una sorta di secondo dazio sulle nostre esportazioni. Il valore della moneta non può vivere isolato dal contesto generale”.

 
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