Esteri

Flotilla: Israele ferma le navi dirette a Gaza, gli attivisti fermati prima di essere espulsi

di Diego Minuti
 
Flotilla: Israele ferma le navi dirette a Gaza, gli attivisti fermati prima di essere espulsi
Le previsioni sono state rispettate: Israele non ha consentito alle imbarcazioni di attivisti che cercavano di raggiungere Gaza portando aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di avvicinarsi alla costa, abbordandole e prendendone il controllo. Una operazione che era stata pensata per essere indolore, ma che, visto il dispiegamento di forze, avrebbe potuto avere un esito diverso se gli attivisti avessero opposto anche solo un accenno di resistenza. 

Si conclude quindi la missione di Global Sumud Flotilla che, da operazione con finalità umanitarie, per come era stata organizzata e attuata, è diventata un caso politico poiché Israele l'ha ritenuta una ingerenza negli affari interni, che, tradotto brutalmente, significa che il governo Netanyahu in questo momento - diviso tra la guerra a Gaza che continua e l'incertezza del piano di pace proposto dagli Stati Uniti - ha altro per la testa che non subire uno smacco come quello di vedere invaso il suo mare (ma sono comunque acque internazionali) da un gruppo di attivisti che arriva a definire come finanziati da Hamas.

Le fasi che hanno preceduto l'epilogo della missione sono state concitate, per come era scontato, con gli attivisti che raccontavano in tempo reale l'evoluzione delle cose, ribadendo che non avevano alcuna intenzione di fermarsi. Anzi, hanno detto di volere rompere il blocco navale ed arrivare fino a Gaza. Frasi dettate dalla passione, ma che andavano a cozzare con la realtà dei fatti, con i militari israeliani che non avrebbero permesso alle navi di andare oltre il limite, artificioso, che hanno posto a difesa della cosiddetta zona di esclusione. Dalle imbarcazioni sono state date informazioni in tempo reale, non sempre coincidenti, anche per la diversa posizione delle singole navi dentro il gruppo. C'è stato anche chi, come il parlamentare del Pd Arturo Scotto, ha riferito che da Cipro si sarebbero levati degli aerei della Raf, diretti verso la zona dove si trovava in navigazione la Flotilla. 
 
Ora, con il prosieguo delle operazioni dei militari israeliani, è probabile che il destino degli attivisti non sia il medesimo per tutti, a seconda del profilo che ciascuno assumerà. L'ipotesi più probabile è che siano tutti inizialmente dichiarati in arresto e, in questa condizione, trasferiti nel porto di Ashdod, in attesa che le singole posizioni siano valutate, dalle autorità militari prima ancora che da quelle giudiziarie.
 
Il punto che potrebbe diversificare le posizioni degli attivisti riguarda la volontà di rientrare volontariamente nei Paesi d'origine oppure proseguire nella protesta e, quindi, esporsi ad un provvedimento restrittivo, sia pure limitato ai giorni necessari per esperire le procedure giudiziarie, che preluderebbero comunque ad una espulsione. 

Le imbarcazioni dovrebbero essere confiscate - e non affondate, come qualcuno aveva detto - e portate sulla costa, dopo il trasferimento degli attivisti su una nave della Marina israeliana.
Nelle ore precedenti all'abbordaggio, la Marina turca ha evacuato, da alcune navi, undici attivisti. Di essi, solo tre turchi, i restanti di altre nazionalità, che avevano chiesto di essere prelevati.

Secondo fonti del governo spagnolo, citate da El Pais, la nave da guerra Furor, che assiste la flottiglia, è pronta a effettuare operazioni di salvataggio, ma non è entrata nella zona di esclusione, sostenendo che ciò metterebbe a rischio l'integrità fisica del suo equipaggio e della flottiglia stessa.

Mentre giungevano le prime notizie relative all'abbordaggio, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è augurato che ''tutto avvenga con calma e razionalità. Le barche sono circondate e dovrebbero essere portate nel porto di Ashdod, dove poi ci attiveremo per verificare come fare rientrare i nostri connazionali. L'importante è che tutto avvenga senza violenza, senza alcun rischio. Sono preparati sia le persone a bordo, che le autorità israeliane''.

Da parte sua, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto di avere dato disposizione al consolato di ''dare assistenza a tutti gli italiani che verranno portati probabilmente al porto di Ashfod e poi verranno espulsi, credo che ci sarà un volo che li riporterà in Italia. Abbiamo parlato con il governo di Israele affinché non ci fossero azioni violente e mi è stato assicurato. Anche i portavoce della Flotilla ci hanno detto che avranno un atteggiamento assolutamente gandhiano''.
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