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AI e cybercrime, in Italia il 40% degli attacchi è già guidato dall’intelligenza artificiale

di Redazione
 
AI e cybercrime, in Italia il 40% degli attacchi è già guidato dall’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale è sempre più protagonista, anche dove non dovrebbe esserlo: nel mondo del cybercrime. Il nuovo report AI Threat Landscape 2025, presentato alla Camera dei Deputati dal Cybersecurity Competence Center di Maticmind, rivela un dato allarmante: gli attacchi informatici basati su tecniche di IA sono cresciuti del 47% in un solo anno, con quasi il 40% dei gravi episodi italiani che coinvolgono strumenti di intelligenza artificiale generativa.

Il documento descrive un panorama in rapida evoluzione, in cui phishing e spear-phishing restano i metodi più diffusi ma diventano sempre più sofisticati grazie all’uso dei modelli linguistici di nuova generazione. Oltre l’80% delle e-mail fraudolente e il 91% delle campagne mirate sfruttano oggi i Large Language Models per creare messaggi personalizzati e convincenti. Più della metà degli attacchi basati su IA, inoltre, utilizza modelli pubblici per generare contenuti o codice malevolo, riducendo drasticamente le barriere tecniche d’ingresso per i cybercriminali.

Un altro fronte preoccupante è quello dei deepfake, le immagini e i video sintetici creati dall’intelligenza artificiale. Dai 500mila casi del 2023 si prevede un balzo a oltre 8 milioni entro fine 2025. Oggi un fallimento su venti nei processi di verifica identitaria è attribuibile proprio a contenuti falsificati generati da IA. L’impatto economico è pesante, il costo medio di una violazione AI-powered è stimato in 5,72 milioni di dollari, con un aumento del 13% rispetto al 2024.

La ricerca Maticmind segnala inoltre l’ampliamento della superficie d’attacco, non solo infrastrutture e dati, ma anche prompt, dataset di training e modelli stessi, rendendo inefficaci molte difese tradizionali basate su regole statiche. A peggiorare il quadro, cresce la cosiddetta shadow AI, l’utilizzo non autorizzato di strumenti di intelligenza artificiale all’interno delle organizzazioni, con rischi di esfiltrazione di dati sensibili e perdita di controllo sui flussi informativi.

Pierguido Iezzi, Direttore Business Unit Cyber di Maticmind commenta: “Viviamo il paradosso dell’intelligenza artificiale: da un lato amplia i vettori d’attacco, dall’altro può diventare uno strumento decisivo di difesa. In ottica NIS2, piattaforme come Prometheus AI consentono di trasformare questa ambivalenza in sicurezza e conformità normativa.”

Sulla stessa linea, Lorenzo Forina, CEO di Maticmind, sottolinea la necessità di un approccio etico e formativo: “L’intelligenza artificiale è una grande opportunità, ma anche un rischio da governare. Per affrontarla serve investire nella formazione delle nuove generazioni, unendo competenze tecniche e principi valoriali solidi. L’IA non è una tecnologia come le altre: saperla controllare significa difendere il sistema Paese e orientare l’innovazione verso il bene comune.”
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