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Telecomunicazioni, firmato il nuovo CCNL, un contratto che guarda al futuro digitale dell’Italia
Redazione

È stato firmato oggi il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Telecomunicazioni, un accordo che segna una svolta per il settore e per l’intero ecosistema digitale del Paese. Si tratta di un’intesa che va oltre il mero aggiornamento economico e normativo, ponendosi come uno strumento di trasformazione industriale e sociale, pensato per accompagnare la transizione digitale italiana e garantire sostenibilità, innovazione e tutela occupazionale fino al 2028.
Telecomunicazioni, firmato il nuovo CCNL, un contratto che guarda al futuro digitale dell’Italia
In un contesto economico ancora incerto e in assenza di una compiuta politica industriale, le parti hanno scelto la via della responsabilità e del dialogo. Il nuovo CCNL valorizza le persone e le competenze come motore del cambiamento, puntando a un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. Per la prima volta viene introdotta una distinzione specifica per il comparto CRM–BPO, il più esposto alla trasformazione tecnologica, prevedendo strumenti di flessibilità mirati a garantire sostenibilità economica, contrastare il dumping contrattuale e tutelare la continuità occupazionale.
Il contratto adotta un nuovo sistema di classificazione professionale, fondato sulle “Aree Professionali”, che sostituisce i vecchi livelli per valorizzare conoscenze e responsabilità, promuovendo percorsi di crescita e formazione continua. La riforma punta a rendere il settore più competitivo, legando l’evoluzione delle mansioni al principio dell’occupabilità e al riconoscimento del merito.
Secondo Pietro Labriola, presidente di Asstel (in foto) “il nuovo CCNL TLC rappresenta un punto di svolta per la filiera delle telecomunicazioni, perché guarda avanti e mette al centro il valore delle persone. È il frutto di un dialogo serio e responsabile, un contratto che nasce per costruire il futuro. Ma questo impegno deve essere sostenuto da politiche industriali coerenti e di lungo periodo: senza una visione strutturale, gli sforzi delle imprese rischiano di restare isolati”.
Il settore delle telecomunicazioni conta oltre 200 mila occupati e investimenti cumulati di 114 miliardi di euro dal 2010, rappresentando più del 6% del PIL nazionale. Da qui l’appello di Asstel a un piano industriale che riconosca il valore strategico delle reti digitali per la competitività del Paese.
La direttrice generale di Asstel, Laura Di Raimondo, ha sottolineato il carattere innovativo del rinnovo: “Questo accordo fornisce strumenti concreti per governare le trasformazioni in atto. Supera i vecchi schemi e introduce nuove tutele, valorizzando le competenze e collegando più direttamente ruoli e responsabilità. Il contratto integra principi ESG, potenzia welfare, previdenza complementare e sanità integrativa, e amplia le tutele su genitorialità, violenza di genere e bisogni educativi speciali”.
Particolare attenzione è riservata al lavoro agile, reso più inclusivo e orientato ai risultati, e al rafforzamento del sistema di relazioni industriali attraverso una maggiore partecipazione delle parti sociali. Sul fronte sanitario, le parti istituiranno entro aprile 2026 una commissione paritetica per la creazione di un Fondo sanitario di categoria, operativo dal luglio 2026, con l’obiettivo di uniformare le prestazioni e consolidare l’assistenza integrativa di settore.
Sotto il profilo economico, il contratto prevede un aumento complessivo di 298 euro al quinto livello (livello C1 nel nuovo sistema), distribuito in quattro tranche tra il 2026 e il 2028. Per il comparto CRM–BPO l’incremento sarà di 288 euro, anch’esso suddiviso in più fasi. Le imprese contribuiranno inoltre all’aumento della previdenza integrativa Telemaco e al Fondo Bilaterale di Solidarietà di Settore, rafforzando la rete di sicurezza e il sostegno al reddito.
Il nuovo CCNL diventa così una leva di trasformazione industriale e sociale, in grado di accompagnare la digitalizzazione del Paese e rafforzare la competitività delle imprese.