Economia

Prezzi alla produzione tedeschi in calo meno marcato delle attese, energia in lieve rialzo

Redazione
 
Prezzi alla produzione tedeschi in calo meno marcato delle attese, energia in lieve rialzo
La dinamica dei prezzi alla produzione in Germania registra a maggio una frenata meno pronunciata del previsto, alimentando nuove riflessioni sul percorso disinflazionistico in Europa. Secondo i dati diffusi oggi dall’Ufficio Federale di Statistica tedesco (Destatis), l’indice dei prezzi all’industria ha segnato un calo mensile dello 0,2%, meno accentuato rispetto al -0,6% di aprile e leggermente superiore alle attese del mercato, che puntavano a un ribasso dello 0,3%.

Prezzi alla produzione tedeschi in calo meno marcato delle attese, energia in lieve rialzo

Su base annua, l’indice mostra una contrazione dell’1,2%, in peggioramento rispetto al -0,9% registrato il mese precedente, ma sostanzialmente in linea con il consensus degli analisti. Si tratta comunque di un dato che conferma la tendenza deflazionistica del comparto produttivo tedesco, iniziata dopo il picco inflattivo del biennio 2022-2023.

A influire sulla dinamica generale è anche l’andamento dei prezzi dell’energia, che a maggio sono rimasti invariati rispetto al mese precedente, ma su base annuale hanno registrato un aumento dell’1,3%. Un dato che riflette in parte le recenti tensioni nei mercati energetici e il confronto con i prezzi particolarmente bassi dello stesso periodo del 2024.

Il rallentamento dei prezzi alla produzione è un indicatore attentamente monitorato dalla Banca Centrale Europea, in quanto può fornire segnali anticipatori sulla traiettoria dell’inflazione al consumo. Tuttavia, il dato di maggio potrebbe raffreddare le aspettative su una rapida normalizzazione monetaria, soprattutto alla luce della resilienza di alcune componenti dei costi industriali.

Il comparto manifatturiero tedesco, ancora in fase di ripresa debole, si confronta dunque con un contesto inflattivo misto: da un lato, il calo tendenziale dei prezzi evidenzia un raffreddamento della domanda globale; dall’altro, l’andamento dell’energia continua a rappresentare una variabile instabile, con potenziali effetti a catena su tutta la filiera produttiva.
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