Economia

In 16 anni chiuse oltre 14mila filiali, verso una banca sempre più digitale

Redazione
 
In 16 anni chiuse oltre 14mila filiali, verso una banca sempre più digitale
In Italia la rete degli sportelli bancari continua a ridursi. Dal 2008 al 2024 il numero delle filiali è passato da 34.146 a 19.655, con una contrazione di 14.491 unità, pari al 42% della rete fisica. Dopo l’espansione dei primi anni Duemila, quando tra il 2000 e il 2008 erano state aperte oltre 6.000 nuove sedi, la crisi finanziaria globale, le fusioni e la rivoluzione digitale hanno progressivamente trasformato il modello distributivo delle banche. Solo tra il 2016 e il 2021 sono scomparse più di 7.000 filiali, anche a causa della pandemia che ha accelerato il ricorso ai servizi online. Negli ultimi tre anni il ritmo delle chiusure si è attenuato, ma la tendenza resta negativa.

In 16 anni chiuse oltre 14mila filiali, verso una banca sempre più digitale

Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa, le principali banche italiane stanno ripensando la propria presenza territoriale puntando su modelli di filiale di nuova generazione, orientati alla consulenza, al wealth management e all’assistenza personalizzata. Il punto di equilibrio, stimano gli analisti, potrebbe essere raggiunto intorno ai 15.000 sportelli entro il 2030, con una distribuzione più omogenea e concentrata nelle aree a maggiore densità economica. La stagione dei nuovi piani industriali, che i grandi gruppi creditizi, da Intesa Sanpaolo a UniCredit, da Banco Bpm a Bper e Crédit Agricole Italia, presenteranno nel 2026, sarà decisiva per definire la velocità e la profondità del cambiamento. Da quelle strategie dipenderà il futuro equilibrio tra banca fisica e banca digitale.

Il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, ha osservato che la chiusura degli sportelli è in parte inevitabile, frutto della rivoluzione tecnologica che ha trasformato il sistema finanziario. Ha ammonito che, però, dietro la logica dell’efficienza e del contenimento dei costi non si deve perdere di vista la funzione sociale che la banca ha sempre svolto nei territori. Spadafora ha ricordato come la filiale, soprattutto nei piccoli centri, rappresenti non solo un punto di servizio ma anche un presidio di fiducia, consulenza e legalità. Ha quindi invitato il sistema bancario a mantenere equilibrio e responsabilità, sottolineando che l’innovazione non deve significare abbandono, ma evoluzione verso nuovi modelli di prossimità in grado di garantire accesso al credito e inclusione finanziaria.

Dall’analisi del Centro studi di Unimpresa emerge che, dal 2000 al 2024, il volto del sistema bancario italiano è cambiato radicalmente. In ventiquattro anni il numero degli sportelli è sceso da 28.175 a 19.655, con un saldo negativo di 8.520 filiali e un calo complessivo del 42% rispetto al picco del 2008. La fase di espansione dei primi anni Duemila, legata all’idea di “banca di prossimità”, ha lasciato spazio, dopo la crisi del 2008, a una stagione di razionalizzazione forzata. Tra il 2009 e il 2015 sono stati chiusi circa 4.000 sportelli, in concomitanza con la crisi dei debiti sovrani e le grandi fusioni bancarie che hanno ridisegnato le mappe del credito.

Il vero crollo è avvenuto però nel periodo 2016-2024
, con oltre 9.300 chiusure e una rete fisica dimezzata. L’esplosione dei servizi digitali, la diffusione dei pagamenti elettronici e la crescita delle fintech hanno rivoluzionato le abitudini dei clienti: oggi oltre l’80% delle operazioni bancarie avviene da remoto. La pandemia ha agito da acceleratore, cancellando in due anni più di 2.600 filiali e sancendo il definitivo passaggio alla banca digitale.

Dal 2022 il ritmo delle chiusure si è rallentato, segnale di un mercato che ha raggiunto una nuova fase di stabilizzazione. Le banche puntano ora su modelli ibridi, con sportelli meno numerosi ma più evoluti tecnologicamente, dedicati alla consulenza finanziaria, al credito e alla pianificazione patrimoniale. Le operazioni di cassa sono sempre più automatizzate o trasferite online.

Il Paese resta però diviso, con le regioni del Nord, più digitalizzate, che hanno retto meglio la transizione, mentre nel Mezzogiorno la riduzione della rete ha prodotto un effetto di “desertificazione bancaria”, con interi comuni rimasti senza filiale. La trasformazione della rete non è solo un fatto organizzativo, ma anche culturale, il rapporto diretto tra cliente e banca, un tempo fondato sulla conoscenza personale, lascia il posto a interazioni digitali più standardizzate.
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