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Accordo strategico tra Esercito e Federnuoto per formare militari esperti in salvamento

Redazione
 
Accordo strategico tra Esercito e Federnuoto per formare militari esperti in salvamento

È stato ufficialmente siglato un accordo strategico tra la Federazione Italiana Nuoto (FIN) e l’Esercito Italiano, un’intesa quadriennale pensata per rafforzare la formazione del personale militare nelle discipline del salvamento, unendo l’eccellenza sportiva a quella della difesa al fine di potenziare le capacità operative e il servizio ai cittadini.

 

Accordo strategico tra Esercito e Federnuoto per formare militari esperti in salvamento

La firma del protocollo è avvenuta a Palazzo Esercito, alla presenza del presidente della FIN Paolo Barelli (in foto) e del generale di Corpo d’Armata Salvatore Cuoci, sottocapo di Stato Maggiore. L’accordo rappresenta una collaborazione strutturata per promuovere la cultura e la sicurezza in ambito acquatico. La Federazione metterà a disposizione il proprio know-how tecnico e formativo, mentre l’Esercito offrirà strutture e personale per organizzare corsi finalizzati al conseguimento delle qualifiche di assistente bagnanti e allenatore di nuoto per salvamento. È un’iniziativa che valorizza le competenze di due istituzioni di primo piano nel Paese, creando un ponte diretto tra sport e difesa.

 

“L’acqua è un elemento di vita e di difesa. Questo accordo unisce due eccellenze del Paese nel segno della sicurezza e del servizio e valorizza la professionalità dei nostri tecnici e la dedizione dei militari” ha dichiarato Paolo Barelli, sottolineando l’importanza della collaborazione per la protezione dei cittadini e la crescita delle competenze. Dal punto di vista dell’Esercito, il protocollo rappresenta un asset fondamentale per ampliare le capacità del proprio personale. La conoscenza delle tecniche di salvataggio diventa una competenza trasversale, essenziale per accrescere l’efficienza e la prontezza dei militari in scenari di intervento che vanno oltre il contesto strettamente bellico.

 

La collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto rappresenta un passo importante per accrescere le capacità operative e addestrative del personale dell’Esercito nel settore dell’assistenza e del salvataggio, che richiede competenza, disciplina e spirito di squadra” ha spiegato il generale Cuoci. “Il protocollo d’intesa con la Federnuoto ci consente di ampliare le competenze di un settore molto importante. Finora avevamo inserito il salvamento nell’ambito di un ciclo formativo accademico per gli ufficiali affinché acquisissero questa abilitazione; però riteniamo che proprio per la missione che è stata affidata ai militari la conoscenza delle tecniche di salvataggio rappresenti una competenza necessaria per ampliare la propria formazione e dunque la tutela dei cittadini, incrementando l’efficienza e il servizio dell’Esercito Italiano”. 

 

 Il presidente Barelli ha evidenziato il ruolo unico della Federnuoto, che coniuga attività sportiva e funzione sociale. Imparare a nuotare non è solo una questione di performance, ma significa anche imparare a salvare vite, un principio che la Federazione porta avanti da decenni con risultati concreti nella riduzione della mortalità per annegamento. “Siamo una federazione particolare. La nostra attività si svolge nell’acqua, quindi coniuga fortemente e direttamente la funzione sportiva a quella sociale perché imparare a nuotare significa imparare a salvare la propria vita ed in caso di necessità quella degli altri. Per soccorrere un pericolante in acqua, a 50/100 metri dalla costa, è necessaria la profonda conoscenza di elementi natatori e di tecniche di salvataggio” ha proseguito. “Il nuoto per salvamento è un’attività di carattere sociale fondamentale per la tutela dei cittadini. Le statistiche indicano che nel 1960 erano circa 1700/1800 i morti per annegamento; nel tempo, malgrado l’incremento del turismo balneare, questi tragici eventi sono stati diminuiti drasticamente. Questo accordo renderà ulteriormente operativa la collaborazione con l’Esercito e, attraverso tecnici, conoscenze e strutture, alimenterà la sicurezza del Paese”. 

 

 Il protocollo prevede anche l’istituzione di una rete di Fiduciari militari specializzati, incaricati di coordinare la formazione all’interno delle caserme in sinergia con i comitati regionali della FIN, assicurando così un percorso strutturato e capillare. Alla cerimonia era presente anche la tuffatrice Elena Bertocchi, atleta del Centro Sportivo Esercito, a testimonianza di una collaborazione già solida e vincente, che unisce sport, formazione e servizio alla comunità.

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