Solo il 22% degli italiani guarda al futuro con ottimismo, un Paese sospeso tra inquietudini e desiderio di cambiamento

Redazione

L’Italia osserva il futuro con un misto di speranza e inquietudine, ma prevale il pessimismo. È quanto emerge dal “Barometro del Futuro”, l’indagine demoscopica realizzata dall’Istituto Piepoli per ASviS ed Ecosistema Futuro, presentata all’Ara Pacis in occasione della Giornata Mondiale dei Futuri UNESCO. Quasi un italiano su due guarda con sfiducia ai prossimi dieci anni, e solo il 22% immagina un Paese migliore rispetto a oggi. Ancora più severo è il giudizio nei confronti della politica, che soltanto il 4% ritiene davvero orientata al futuro.

Solo il 22% degli italiani guarda al futuro con ottimismo

Il rapporto mette in luce una contraddizione profonda. Pur dichiarando in larga maggioranza di pensare al domani (79%), il 63% degli italiani si sente “ancorato” a un presente caratterizzato da incertezza, aumento delle diseguaglianze e inflazione. A preoccupare sono soprattutto il costo della vita (44%), l’impatto dell’intelligenza artificiale (36%), i rischi globali per la sicurezza e la pace (32%) e la crisi climatica (30%). La fiducia si concentra nella scienza, che ottiene l’adesione dell’80% degli intervistati, mentre precipita quella verso istituzioni, media e social network.

Nel corso dell’evento, ASviS ha spiegato come il progetto “Ecosistema Futuro”, lanciato un anno fa, miri a colmare questo deficit di visione. Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Alleanza (in foto), ha osservato che i cittadini chiedono chiaramente più prospettiva e che la politica deve essere messa nelle condizioni di valutare l’impatto delle scelte nel lungo periodo. Da qui l’impegno dell’ASviS a portare la “Futures Literacy” nelle scuole e nei musei, a sostenere riforme come la Valutazione d’Impatto Generazionale delle nuove leggi e a favorire la partecipazione dei giovani attraverso strumenti come l’Assemblea Nazionale sul Futuro, prevista per il 2027.

Le linee d’azione presentate descrivono un ecosistema culturale in trasformazione. Da un lato, l’avvio dei Laboratori di Futuro nelle classi italiane, per dotare studenti e docenti di strumenti capaci di leggere scenari complessi e immaginare alternative sostenibili. Dall’altro, la nascita di un vero e proprio “Network dei Musei dei Futuri”, che coinvolge oltre 40 istituzioni culturali e che dal 2026 dedicherà spazi permanenti all’immaginazione civica e alla costruzione di scenari futuri. Per creare, entro pochi anni, anche un Museo dei Futuri italiano, fisico e digitale.

Il Barometro non risparmia il mondo delle politiche pubbliche. Il 69% degli italiani chiede una Legge sul Clima, quasi due su tre sostengono un’imposta sulle grandi ricchezze per finanziare i giovani e il 34% afferma che nessuno, né governo né società civile, si stia realmente occupando del futuro dell’Italia. Da qui la spinta ad aprire nuovi spazi di partecipazione civica, culminando nella futura Assemblea Nazionale sul Futuro, che vedrà protagonisti soprattutto giovani under 30.

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