La Camera dei Deputati ha ospitato oggi la conferenza stampa dedicata alla proposta di legge dell’on. Andrea Di Giuseppe (Fratelli d’Italia), approvata in prima lettura lo scorso 27 novembre, che introduce un nuovo sistema di accesso all’assistenza sanitaria italiana per gli italiani residenti in Paesi extra UE non aderenti all’EFTA e iscritti all’AIRE. Un provvedimento atteso da anni, che punta a colmare un vuoto normativo e a ristabilire un diritto fondamentale per oltre quattro milioni di connazionali nel mondo.
Assistenza sanitaria agli italiani all’estero, alla Camera illustrata la proposta Di Giuseppe
La misura prevede che, a fronte di un contributo annuo di 2.000 euro, gli iscritti all’AIRE possano ottenere la tessera sanitaria nazionale e accedere ai servizi del Servizio Sanitario Nazionale durante i periodi di permanenza in Italia. Per i minori, l’accesso alle cure sarà completamente gratuito qualora almeno uno dei genitori o il tutore legale aderisca al servizio. Una platea ampia, che, secondo le stime fornite, potrebbe generare un gettito tra i tre e i quattro miliardi di euro, rendendo il sistema non solo sostenibile, ma anche vantaggioso per la finanza pubblica.
Alla conferenza stampa, accanto a Di Giuseppe, sono intervenuti il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, il Capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, il Presidente della Commissione Affari Esteri Giulio Tremonti, il Vicepresidente della Commissione Affari Sociali Luciano Ciocchetti e il professor Antonio Giordano, presidente della Sbarro Health Research Organization. Un parterre istituzionale che ha confermato la centralità del provvedimento e la convergenza politica registrata durante la prima lettura, che ha visto il sostegno di tutte le forze parlamentari, con la sola astensione del Movimento 5 Stelle.
Nel dettaglio, la proposta di legge, articolata in quattro articoli e incentrata sulla modifica dell’articolo 19 della Legge 833/1978, chiarisce che l’iscrizione all’AIRE non comporta la perdita del diritto alla tutela sanitaria. Una precisazione che corregge una distorsione consolidata negli anni. Molti italiani all’estero, infatti, evitavano l’iscrizione all’anagrafe consolare temendo di perdere l’assistenza in Italia, alterando i dati statistici e creando un carico occulto per il sistema sanitario nazionale. Il nuovo modello, invece, introduce trasparenza, tracciabilità dei pagamenti e interoperabilità digitale tra registri anagrafici e sanitari, grazie ai futuri sportelli informativi AIRE-ASL e alla collaborazione tra Ministero della Salute e Ministero degli Affari Esteri.
“Questa proposta è un atto di giustizia e di rispetto verso la nostra comunità nel mondo”, ha spiegato Di Giuseppe, ricordando che milioni di cittadini italiani all’estero finora non hanno avuto la possibilità di scegliere un medico di base né di accedere al fascicolo sanitario elettronico. “Ogni cittadino italiano, anche se vive lontano, porta con sé una tessera sanitaria che rappresenta un simbolo di appartenenza. È una questione di dignità e riconoscenza.”
Il Sottosegretario Marcello Gemmato ha fatto presente come il provvedimento non solo garantisca continuità terapeutica, ma contribuisca anche alla sostenibilità del sistema sanitario: “È un modello di corresponsabilità che tutela i diritti senza gravare sulla finanza pubblica. Un segnale chiaro dell’attenzione dell’Italia verso i propri cittadini nel mondo e della solidità del nostro SSN.”
Per Galeazzo Bignami si tratta di “un passo importante per sanare una mancanza che ha pesato a lungo sulla nostra comunità all’estero”, mentre Giulio Tremonti ha messo in evidenza la dimensione strategica del rafforzamento del legame tra Stato e italiani oltreconfine. Un orientamento condiviso da tutti gli interventi, che hanno rimarcato il valore della riforma anche sotto il profilo morale, oltre che normativo.
La proposta riprenderà ora il suo iter in Parlamento, per giungere all’approvazione definitiva nei prossimi mesi.