Economia
Piazza Affari chiude in rosso, pesa lo spettro dello stop al taglio dei tassi USA, ma Azimut guida i rimbalzi
di Luca Andrea

Chiusura pesante per i mercati europei, che nell’ultima seduta della settimana hanno virato in deciso territorio negativo, zavorrati dal riaccendersi dei timori su una possibile frenata della Federal Reserve nel percorso di allentamento monetario. Piazza Affari non fa eccezione e termina la giornata con un ribasso dell’1,70%, al culmine di una sessione all’insegna della volatilità.
Il FTSEMib scivola dell’1,7% a 43.995 punti, dopo un’escursione tra 43.636 e 44.470 punti. Una battuta d’arresto che non cancella però il saldo settimanale, positivo per +2,51%. In calo anche il FTSE Italia All Share (-1,71%), il Mid Cap (-1,19%) e lo Star (-1,25%), in un contesto europeo altrettanto debole: Francoforte (-0,69%), Parigi (-0,76%) e Londra (-1,11%) chiudono tutte in territorio negativo.
Sul fronte macro-finanziario, lo spread Btp-Bund si amplia a 75 punti base (82 nella rilevazione successiva), con il rendimento del decennale italiano in area 3,45-3,46%. L’euro resta debole sotto quota 1,165 dollari, mentre il bitcoin si avvicina ai 97.000 dollari. L’oro, in netto calo, scivola verso 4.100 dollari l’oncia, mentre il petrolio WTI mette a segno un rialzo del 2,67%.
A Piazza Affari si distingue Enel, che avanza dello 0,26% a 8,979 euro dopo aver pubblicato i conti dei primi nove mesi del 2025 con ricavi e redditività ordinaria in crescita, seppur con un aumento dell’indebitamento. Il management conferma i target per il 2025 e l’ammontare dell’acconto sul dividendo 2026.
La migliore del listino è però Azimut, che recupera +3,5% a 33,73 euro dopo il tonfo della vigilia. Il gruppo ribadisce fiducia nel progetto TNB, con autorizzazione attesa entro il secondo trimestre 2026, e annuncia l’avvio immediato del buyback.
Segno più anche per Recordati (+1,34%), Terna (+1,03%, sostenuta dai numeri dei nove mesi presentati dall’AD Giuseppina Di Foggia) e Snam (+0,67%).
Il comparto bancario resta invece sotto pressione, riflettendo l’incertezza macro e l’impennata dell’avversione al rischio: UniCredit guida i ribassi con un -4,45%, seguita da BPER Banca (-3,81%), Popolare di Sondrio (-3,55%) e Banco BPM (-3,27%).
Nel segmento STAR crolla Aquafil (-19% a 1,42 euro) dopo conti deludenti e una revisione al ribasso delle stime 2025, mentre Digital Bros vola del 9,84% a 12,28 euro.
Tra i Mid Cap brilla Pharmanutra (+3,10%), seguita da Cembre (+2,93%), GVS (+2,61%) e doValue (+1,43%). Debole invece Rai Way (-7,77%), mentre WIIT (-5,66%), Reply (-5,56%) ed ERG (-3,51%) registrano vendite consistenti.