Economia

Banche italiane ai massimi storici nel 2024 profitti record per 46 miliardi grazie ai tassi BCE

di Demetrio Rodinò
 
Banche italiane ai massimi storici nel 2024 profitti record per 46 miliardi grazie ai tassi BCE
Il sistema bancario italiano chiude il 2024 con risultati senza precedenti: secondo l’analisi della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), gli utili netti del settore hanno raggiunto i 46,5 miliardi di euro, in aumento del 14% rispetto al 2023. Una performance eccezionale che porta il totale dei profitti del triennio 2022–2024 a quota 112 miliardi, segnando un vero e proprio “triennio d’oro” per le banche italiane, sostenuto da una politica monetaria europea favorevole.

L’impennata dei profitti è principalmente legata al forte rialzo dei tassi d’interesse deciso dalla Banca Centrale Europea a partire dal 2022, che ha rilanciato la redditività dell’attività creditizia. Il margine di interesse si è attestato nel 2024 a 64,4 miliardi di euro, pari al 58,5% dei ricavi totali bancari. Il credito ha così riconquistato la centralità, superando stabilmente la componente delle commissioni (41,5%), che tuttavia tornano a crescere dopo due anni di flessione, con 45,7 miliardi (+12,4%).

Il 2024 è stato anche l’anno dei ricavi record: le banche italiane hanno generato 110,1 miliardi di euro, con un incremento annuo del +7,2% e un balzo del +33,8% rispetto al 2018. Dal 2022, la crescita è stata costante, portando a un totale triennale di 301 miliardi.

Sul fronte della qualità del credito, la situazione rimane solida: i crediti deteriorati netti rappresentano solo l’1,5% del totale dei prestiti, con un tasso di copertura al 52,5% (contro il 41,4% medio dell’area euro). In calo anche i prestiti in “stadio 2”, passati dal 12% del 2023 al 9,9%.

Nei soli ultimi due anni, le banche italiane hanno ceduto crediti deteriorati (Npl) per oltre 17 miliardi di euro, rafforzando ulteriormente la stabilità patrimoniale. Parallelamente, il settore ha subito una profonda trasformazione: dal 2018 al 2024, il numero di istituti bancari è sceso da 505 a 420 (-17%) e gli sportelli si sono ridotti del 22,6%, da 25.409 a 19.655 unità.

Il cost/income ratio è calato al 53,2% nel 2024, rispetto al 63,1% del 2022 e al 71,2% del 2020. Il Roe (return on equity) ha raggiunto il 13,3%, contro lo 0,9% del 2020 e il 9% del 2022. Segnali che confermano una redditività sostenibile e una competitività europea ai massimi livelli.

Per il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, “I numeri record sono il frutto del lavoro quotidiano dei dipendenti bancari”. Il contratto collettivo firmato nel 2023 ha garantito 435 euro di aumento medio mensile, mentre ai dirigenti è stato riconosciuto un incremento annuo di 20.000 euro lordi. Sileoni ha sottolineato anche il rischio di nuove pressioni commerciali: “Attenzione alle forzature nella vendita di prodotti finanziari e assicurativi. La tutela di lavoratori e clienti deve restare prioritaria”

 
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