La cerimonia per ricordare Charlie Kirk ha avuto, semmai si può parlare in queste termini in simili circostanze, un vincitore, magari non per oggi, ma per il futuro dei conservatori americani. Intervenendo dal palco eretto nello stadio di Phoenix, JD Vance ha fatto proprio il ''manifesto'' di Charlie Kirk, mostrando di essere pronto a raccoglierne l'eredità morale, ma soprattutto politica. E se si pensa all'aumento esponenziale che l'attenzione mediatica - che si traduce sempre in potenziale adesione e, quindi, potere economico - che su Turning Point (la creatura dell'attivista ucciso) si è registrata, si capisce quali possano essere le sue potenzialità ponendosi come punto di riferimento ad un movimento che è stato decapitato nel suo vertice ideologico.
Vance, pronto a prendere il testimone di Trump, si mette idealmente alla testa del movimento di Kirk
Una eredità difficile da sopportare, pesante per le implicazioni morali che la fine di Kirk si lascia dietro, ma potenzialmente una formidabile macchina di consensi.
Definirsi pronto a ''non tirarsi mai indietro'' e di volere lottare per proseguire nel segno di Charlie Kirk non sono sembrati solo un tributo allo scomparso, ma un allargamento dell'orizzonte politico di JD Vance, che potrebbe essere ormai pronto ad affrancarsi dall'etichetta di secondo, oggi e per sempre, di Trump, avanzando, sia pure in modo subliminale, una ipotesi di candidatura a succedere al presidente senza averne addosso l'ingombrante ombra.
Dopo mesi passati a stare un passo indietro al tycoon, anche con qualche inciampo diplomatico dovuto alla sua quasi totale mancanza di esperienza al massimo livello del Paese (pagando forse anche colpe non sue, come quando è stato mandato in Groenlandia, territorio che Trump vuole ''rubare'' alla Danimarca), JD Vance vuole dimostrare di non essere un parvenu della politica e, quindi, di potersi proporre per il futuro, a quale carica si vedrà.
Ma, se dovesse riuscire ad avere una investitura, sia pure morale, come guida del movimento di Charlie Kirk, il panorama in evoluzione della galassia conservatrice negli Stati Uniti (che non si sovrappone, per eccesso, ai repubblicani) potrebbe essere la base per la sua definitiva affermazione in seno al Grand Old Party.
Una strategia che è apparsa evidente ai corrispondenti dalla Casa Bianca che hanno rilevato l'evidenza della volontà di JD Vance di essere protagonista del suo futuro.
D'altra parte quando ha detto di avere visto, sui social media, molti affermare di ''dovere fare questo per Charlie'', ha chiosato affermando ''Per Charlie, diremo la verità ogni singolo giorno", quasi proponendosi come primus inter pares nel movimento.
"Per Charlie, ricostruiremo questi Stati Uniti d'America alla grandezza. Per Charlie, non ci tireremo mai indietro, non ci tireremo mai indietro, e non vacilleremo mai, anche quando fissiamo la canna di una pistola", ha detto con toni guerreschi completati dall'affermazione, parlando di Kirk: ''Dobbiamo ricordare che è un eroe per gli Stati Uniti d'America, ed è un martire per la fede cristiana. Possa il nostro Padre celeste darci il coraggio di vivere come ha vissuto Charlie".
"Sulla scia della sua morte, abbiamo visto alcune delle parti peggiori dell'umanità. Abbiamo visto persone calunniarlo. Abbiamo visto persone giustificare il suo omicidio e celebrare la sua morte", ha detto Vance che, rivolgendosi idealmente a Kirk, ha aggiunto: "So che questo ti fa arrabbiare, così come ha fatto arrabbiare me, ma è facile in questi momenti vedere solo il peggio del nostro prossimo".