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Settimana per l’Allattamento, UNICEF: nel 2024 raggiunte 50mila famiglie

Redazione
 
Settimana per l’Allattamento, UNICEF: nel 2024 raggiunte 50mila famiglie

Ogni anno, nella prima settimana di ottobre, torna l’appuntamento con la Settimana per l’Allattamento, coordinata in Italia dal MAMI - Movimento Allattamento Materno Italiano - e rilanciata dall’UNICEF Italia, che rinnova il proprio impegno a favore di una pratica che resta fondamentale per la salute dei più piccoli e delle loro madri. L’organizzazione ricorda come l’allattamento sia molto più di un gesto d’amore e di cura, poiché rappresenta anche un presidio di sostenibilità, capace di incidere sulla salute pubblica e persino sul contrasto ai cambiamenti climatici.

Settimana per l’Allattamento, UNICEF: nel 2024 raggiunte 50mila famiglie

Secondo i dati diffusi dall’UNICEF, nel 2024 in Italia sono venuti alla luce circa 52 mila neonati in territori dove operano ospedali e comunità riconosciuti come “Amici delle Bambine e dei Bambini”. Un risultato che si accompagna al coinvolgimento diretto di quasi 50 mila famiglie e alla formazione di circa 10 mila operatori sanitari con competenze specifiche in materia di allattamento. Nel decennio appena trascorso sono stati inoltre oltre 500 gli studenti che hanno conseguito una laurea nei “Corsi di Laurea Amici dell’Allattamento”, testimonianza di un impegno che si rinnova anche attraverso la formazione accademica. “Si tratta di numeri che raccontano un percorso fatto di attenzione e di responsabilità condivisa”, ha sottolineato Nicola Graziano, presidente dell’UNICEF Italia.

L’edizione di quest’anno mette in evidenza un tema cruciale: l’allattamento come fonte di nutrimento sostenibile, in grado di incidere direttamente sulla sicurezza alimentare e sulla riduzione delle emissioni climalteranti. Per l’occasione, l’UNICEF lancia un nuovo strumento, il poster “La Rete Sostenibile dei Nidi e dei Servizi Educativi 0-2 anni”, che sarà diffuso nei servizi per l’infanzia.

L’obiettivo è legare la promozione dell’allattamento a una visione più ampia, dove la salute dei bambini si intreccia con quella del pianeta. Le argomentazioni non mancano: allattare significa fornire un nutrimento sicuro e naturale, che riduce il rischio di obesità infantile e malattie come il diabete, e limita la dipendenza da formule artificiali e cibi ultraprocessati, spesso frutto di un marketing aggressivo. È anche un modo per ridurre le emissioni di gas serra legate alla produzione e distribuzione dei sostituti del latte materno e per garantire continuità nutrizionale in contesti resi fragili dalle crisi climatiche.

In questa cornice si inseriscono le raccomandazioni dell’UNICEF, che chiede di proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento attraverso politiche pubbliche efficaci e programmi di protezione sociale. L’organizzazione sottolinea inoltre l’importanza di rafforzare i servizi nutrizionali di base, promuovere un’alimentazione complementare basata su cibi locali e freschi, sostenere la salute delle madri durante la gravidanza e l’allattamento, e garantire standard alimentari e catene di approvvigionamento resilienti agli shock climatici.

Anche in Italia l’impegno si traduce in iniziative concrete. Le Baby-Friendly Initiatives (BFI), basate su buone pratiche e su evidenze scientifiche, rappresentano un pilastro del lavoro dell’UNICEF: ad oggi contano 36 ospedali e 12 comunità riconosciuti come “Amici delle Bambine e dei Bambini” e quattro corsi di laurea inseriti nella rete degli “Amici dell’Allattamento”. A queste realtà si affianca la rete degli oltre 1.100 Baby Pit Stop, spazi diffusi in tutto il Paese dove i genitori possono fermarsi per allattare o accudire i propri figli anche fuori casa, in un ambiente protetto e accogliente.

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