Vi siete mai ritrovati a guardare un film o una serie TV e a desiderare di passeggiare proprio tra le strade delle città in cui sono ambientati? Magari sognando di assaporare l’atmosfera di un caffè parigino visto in un romantico film d'autore o di camminare lungo le spiagge dorate che hanno fatto da sfondo a epiche avventure cinematografiche?
Se la risposta è sì, sappiate che non siete i soli.
Turismo, l’effetto “White Lotus”: quando il mondo è come un set (o forse no)
Negli ultimi anni, infatti, accanto alle tradizionali vacanze all'insegna del relax o dell'avventura, si è affermata una nuova tendenza di viaggio che unisce la passione per il cinema e la voglia di esplorare: il turismo cinematografico. Conosciuto anche come "movie tourism", questo fenomeno sta rivoluzionando il concetto stesso di viaggio, offrendo ai viaggiatori l'opportunità unica di esplorare i luoghi resi celebri dalle loro produzioni preferite, immergendosi nell'atmosfera di scene iconiche.
Non è un caso che oltre il 30% dei turisti scelga la propria destinazione in base ai set di film e serie tv. Del resto, chi non ha mai sognato di scattarsi una foto davanti alla famosa casa di Manhattan di Carrie Bradshaw in "Sex and the City" o di percorrere i vicoli di Londra sulle tracce di Harry Potter?
Questo perché l’immaginario cinematografico ha il potere di trasformare semplici località in autentiche mete di pellegrinaggio per fan e appassionati di tutto il mondo. L’origine esatta di questa forma di turismo è difficile da individuare, ma alcuni episodi storici ne hanno segnato le prime manifestazioni. Nel 1926, il funerale di Rodolfo Valentino a New York attirò circa centomila fan in una sorta di omaggio collettivo, mentre nel 1955 l'apertura di Dysneyland diede inizio a un vero e proprio pellegrinaggio mediatico. Negli anni ‘60 iniziarono i primi tour organizzati in località cinematografiche, come il viaggio tra Giordania e Israele sulle orme del film "Exodus".
Successivamente, dagli anni ‘90, con la crescente attenzione accademica prima e l’avvento della globalizzazione e dello streaming poi, il fenomeno ha assunto proporzioni enormi, diventando una tendenza consolidata. Tanto che nei "media studies" si parla oggi di “pellegrinaggio mediatico”: proprio come un devoto visita luoghi sacri per rafforzare la propria fede, il turista cinematografico cerca una connessione tangibile con i mondi visti sullo schermo.
Oggi, sempre più città sfruttano il loro legame con il cinema per attrarre visitatori. In Italia, questo fenomeno ha dato nuova vita a molte località. Un esempio emblematico è la Sicilia, dove la serie “Il Commissario Montalbano” ha reso celebri cittadine come Punta Secca, Scicli e Ragusa.
Anche Napoli ha vissuto una rinascita turistica grazie al successo di serie come "Gomorra" e "L'amica geniale", che hanno spinto molti visitatori a scoprire i luoghi delle riprese.
Ma il fenomeno non si ferma certo ai confini italiani: basti pensare alla Croazia e all'Irlanda del Nord, trasformate in mete turistiche da "Game of Thrones", o alla Nuova Zelanda, che ha visto un boom di visitatori grazie ala saga de "Il Signore degli Anelli". Mentre Londra, con i suoi iconici set di "Harry Potter" e "Notting Hill", continua a essere una delle destinazioni più amate dagli appassionati del grande schermo.
Un caso recente che dimostra il potere del turismo cinematografico è "The White Lotus". La serie di Mike White ha provocato un’impennata di visitatori nelle località delle riprese, con un effetto immediato sulle prenotazioni alberghiere: "effetto White Lotus", appunto.
Dopo la prima stagione ambientata alle Hawaii e la seconda girata in Sicilia, queste destinazioni hanno registrato un incremento vertiginoso di turisti desiderosi di vivere le stesse esperienze dei protagonisti. A conferma di questa tendenza, strutture come il celebre San Domenico Palace, di Taormina, dove è stata girata la seconda stagione, hanno registrato un'impennata nelle richieste.
"Non sono semplici visitatori, vogliono esattamente quello che hanno visto sullo schermo", ha raccontato alla BBC un manager di un hotel di lusso a Taormina, una delle location della serie. La delusione, però, è dietro l’angolo perché, come sottolinea Mark Kamine (uno dei produttori della serie) "chiunque sia stato al Four Seasons in Sicilia, che abbiamo utilizzato nello show, saprà che la spiaggia non è dove sembra essere”. Tuttavia, non mancano le criticità. Se da un lato il turismo genera introiti e posti di lavoro, dall'altro può portare a un eccessivo sovraffollamento e all'aumento del costo della vita per i residenti.
"Il nostro piccolo paradiso sta cambiando", ha lamentato un abitante di Taormina, evidenziando come il turismo di massa stia alterando la quotidianità del luogo.
Un boom che, dunque, non è privo di conseguenze: perché se da un lato genera ricchezza e posti di lavoro, dall'altro può portare a sovraffollamento e aumento del costo della vita per i residenti. Lo stesso è accaduto nelle Hawaii, dove alcune comunità hanno espresso preoccupazione per la perdita di autenticità del luogo. Il che mette quindi in evidenza il duplice volto del turismo cinematografico: un’opportunità economica, ma anche il rischio di trasformare luoghi autentici in set permanenti per visitatori di passaggio.
E quando il turismo di massa diventa insostenibile, possono sorgere problemi ancora più seri. Maya Bay, in Thailandia, nelle isole Phi Phi, resa celebre dal film "The Beach" con Leonardo DiCaprio, ha subito un deterioramento ambientale così grave da costringere le autorità a chiuderla temporaneamente per consentire il ripristino dell’ecosistema.
Un caso simile è quello di Hallstatt, in Austria, piccolo villaggio alpino che ha visto un boom turistico dopo essere stato identificato come ispirazione per il regno di "Frozen". Qui l’afflusso eccessivo di visitatori ha spinto gli abitanti a introdurre misure per limitare gli ingressi e proteggere la loro quotidianità. Anche città come Dubrovnik, set principale di “Game of Thrones”, hanno dovuto adottare regolamenti per evitare il sovraffollamento.
Insomma, non è tutto oro quello che luccica. E forse il futuro del turismo cinematografico dipenderà dalla capacità di bilanciare l’attrattiva di questi luoghi con la necessità di preservarne l’essenza. E quindi: strategie di turismo sostenibile, regolamentazione degli accessi e sensibilizzazione dei visitatori sono elementi cruciali per garantire che questi luoghi non diventino vittime del loro stesso successo. Perché il mondo non è un set cinematografico. E viceversa.