Sembra quasi un ritorno alle radici, un bisogno profondo di autenticità quello che sta spingendo gli italiani a scegliere la loro meta estiva. Dimenticate, almeno in parte, le spiagge affollate e le città d'arte prese d'assalto. Secondo una recente indagine Coldiretti/Ixe’, quasi tre italiani su quattro – per la precisione il 73% – quest'anno si tufferanno nella bellezza discreta dei borghi con meno di 5.000 abitanti.
Turismo, boom dei borghi sotto i 5mila abitanti: premiati i Comuni virtuosi da Coldiretti e Codacons
Un dato che mi fa pensare, e che sottolinea un concetto fondamentale: le nostre aree interne non sono solo un "vuoto" da riempire, ma un vero e proprio motore per il turismo, la cultura e persino l'occupazione. È la conferma che dobbiamo custodire e rafforzare i servizi e le presenze in quei territori più decentrati, capaci di offrire esperienze genuine e sostenibili, lontano dalla frenesia. Ma chi sono i veri protagonisti di questa riscoperta? Sono innanzitutto i piccoli Comuni, premiati con il riconoscimento "Piccolo Comune Amico".
Un'iniziativa lodevole, promossa da Codacons e Coldiretti con il prezioso supporto di Campagna Amica, che celebra i paesi che nell'ultimo anno hanno dimostrato una capacità straordinaria nel valorizzare il proprio territorio, l'agricoltura locale e il turismo. La cerimonia di premiazione si è svolta ieri nel suggestivo scenario di Palazzo Rospigliosi a Roma, alla presenza di figure chiave come il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo (in foto), e il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
Ma la vera scintilla di futuro, quella che mi entusiasma di più, arriva dai giovani. Coldiretti Giovani ha voluto dare un riconoscimento speciale a cinque imprenditori under 30 che, con la loro passione e innovazione, stanno letteralmente trasformando i piccoli borghi. Sono loro che con le loro attività contribuiscono in modo significativo al rilancio economico, alla sostenibilità e, aspetto cruciale, alla lotta contro lo spopolamento che affligge tante di queste aree.
Tra i premiati, ci sono storie che commuovono e ispirano. C'è Valentina Allaria di Murazzano (Cuneo), una giovane donna che, dopo esperienze all'estero, ha scelto di tornare nelle sue Langhe per dare nuova vita all'azienda agricola di famiglia. Il suo obiettivo? "Salvaguardare la produzione del formaggio di pecora delle Langhe", una razza autoctona a rischio estinzione, mi ha raccontato. Oltre a un punto vendita di Campagna Amica, Valentina ha avviato una fattoria didattica che oggi attrae turisti e scolaresche, trasformando il borgo in un polo educativo e gastronomico.
Scendendo verso le Marche, a Monte Roberto (Ancona), incontriamo Luca Marasca. Insieme al fratello, ha fondato una cantina biologica all'avanguardia che esalta il Verdicchio e altri vitigni autoctoni, unendo la tradizione con le tecnologie più innovative. "Le uve sono raccolte a mano, raffreddate, lavorate con pressa ad azoto e seguite da fermentazione controllata", mi ha spiegato Luca, sottolineando come la loro cantina sia persino coibentata e alimentata da pannelli fotovoltaici per un'impronta totalmente green. Un esempio lampante di come l'eccellenza possa nascere anche dalla campagna.
In Abruzzo, la storia di Miriana Coccia a Villavallelonga (L’Aquila) è un inno alla resilienza e all'innovazione. Ha dato nuova vita a un'area montana svantaggiata con un progetto di allevamento estensivo di Chianina e una fattoria didattica che coinvolge scuole e famiglie. "Vogliamo promuovere il turismo esperienziale e l'educazione alimentare legata alla nostra tradizione", ha dichiarato Miriana, evidenziando un presidio attivo che è fondamentale per il territorio.
E poi la Campania, a Calitri (Avellino), dove Michele Di Cairano, agricoltore ed enologo, è riuscito a trasformare un evento tradizionale in un vero e proprio punto di riferimento. Ogni anno, la sua "Festa della Mietitura" celebra la cultura rurale locale e promuove il grano, le olive e l'uva biologici coltivati nella sua azienda. Un evento che mi fa pensare a quanto sia prezioso mantenere vive le nostre tradizioni. Infine, a Modena, Edoardo Turra gestisce con la sua famiglia un agriturismo multifunzionale che è un modello di turismo lento e educazione ambientale. "Uniamo agricoltura, ristorazione e didattica, con laboratori per bambini e centri estivi", ha spiegato Edoardo. La sua è la dimostrazione vivente di come l’agricoltura possa diventare un vero motore di comunità e innovazione, capace di attrarre nuove generazioni e mostrare un volto diverso del nostro Paese.