Con una procedura abbastanza inusuale, Donald Trump ha convocato, ieri, alla Casa Bianca il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, per il loro primo incontro di persona da quando ha assunto l'incarico a gennaio, ribandendo la sua convinzione che il capo della banca centrale che sta commettendo un "errore" non abbassando i tassi di interesse.
Usa: Trump convoca il capo della Fed per contestargli il mancato taglio dei tassi
Sia la Casa Bianca che la Fed hanno confermato che i due si sono incontrati su invito del presidente.
"Il presidente Powell non ha parlato delle sue aspettative per la politica monetaria", ha affermato la Fed in una dichiarazione dopo la riunione, "se non per sottolineare che il percorso della politica dipenderà interamente dalle informazioni economiche in arrivo e da cosa ciò significherà per le prospettive".
Nella dichiarazione si legge che Trump ha dichiarato che lui e i suoi colleghi della Fed "stabiliranno la politica monetaria, come richiesto dalla legge, per sostenere la massima occupazione e prezzi stabili e prenderanno tali decisioni basandosi esclusivamente su un'analisi attenta, obiettiva e non politica".
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato che lei e il presidente avevano letto la dichiarazione della Fed e che era corretta. Tuttavia, ha aggiunto Leavitt, "il Presidente ha affermato di ritenere che il presidente della Fed stia commettendo un errore nel non abbassare i tassi di interesse, il che ci pone in una situazione di svantaggio economico rispetto alla Cina e ad altri Paesi".
All'inizio di questo mese la Fed ha lasciato il tasso di interesse di riferimento nell'intervallo del 4,25%-4,50%, lo stesso da dicembre, e da allora i responsabili politici hanno segnalato che potrebbero lasciarlo lì per altri mesi, in attesa di maggiore chiarezza sulla politica tariffaria.
Trump ha promosso Powell alla presidenza della Fed durante il suo primo mandato, ma si è subito scontrato con lui per le sue decisioni sui tassi di interesse. Ha affermato di volerlo vedere allontanato dalla banca centrale, pur dicendodi non avere alcuna intenzione di cercare di licenziarlo.
Ma la possibilità di un licenziamento ha destabilizzato i mercati finanziari che contano sulla capacità di una Fed indipendente di svolgere il proprio lavoro senza interferenze politiche.
Tali timori sono stati in parte alleviati la scorsa settimana dopo che una sentenza della Corte Suprema, in un paio di casi che mettevano alla prova la capacità di Trump di licenziare i dirigenti di altre agenzie governative indipendenti, ha segnalato che la banca centrale potrebbe essere trattata come un caso speciale il cui presidente non può essere rimosso a piacimento.